“Napoli: senegalese trova portafogli e lo restituisce ai carabinieri.”
Nel giro di poche ore, con più rapidità del virus dell’influenza autunnale, i mass media in subbuglio: la notizia fa il giro del web, ne parlano i TG, ne scrivono i giornali. Un clamore tale, probabilmente, è stato suscitato soltanto dallo sbarco di Armstrong sulla luna o dal rigore messo a segno da Grosso nel 2006.
Ma cosa risulta essere così eclatante in questa notizia!? Qual è il motivo per cui questo gesto provoca tanta meraviglia!?
Di risposte a questo quesito ce ne sono svariate e tutte celano un amaro retrogusto.
La prima emerge da alcune delle fonti che hanno riportato la notizia: è la nazionalità dell’ <<eroe>> in questione a rendere tanto nobile la sua azione. Ma elogiare un extracomunitario perché ha agito nel rispetto della legge e di un principio morale non è una forma intrinseca di razzismo!? Sembra quasi voler dire “tra tante mele marce, è così raro che qualcuno si contraddistingua che bisogna assolutamente diffondere quanto avvenuto.”
Altro aspetto, causa di stupore, sempre messo in evidenza da alcune fonti, è che il luogo dell’accaduto è Napoli, che viene solitamente dipinta come covo di delinquenza e malavita per antonomasia. Com’è possibile che proprio nella città scelta da Caronte e dal suo staff per trascorrere le vacanze, nessuno abbia approfittato della sorte della malcapitata per trarne vantaggio!?
Ma il nocciolo della questione è un altro: la verità è che ci siamo così tanto abituati al degrado, alla mediocrità, all’imbroglio, che anche un gesto che apparentemente non nasconde niente di così straordinario ci impressiona, ci sconcerta.
Ci siamo così tanto lasciati andare, talmente fatti trascinare nel vortice del cinismo, dell’indifferenza, della “lotta per la sopravvivenza” che anche ciò che altro non è che adempimento di un dovere ci colpisce. “Aliou stamattina deve aver mangiato pane e bontà a colazione, non c’è altra spiegazione!”
La normalità ci manda in crisi, a momenti ci turba, ci inquieta.
Ci sentiamo quasi in dovere di ringraziare un automobilista che ci lascia passare, mentre siamo sulle strisce con tanto di semaforo verde; ci lascia increduli venire a conoscenza del fatto che un negoziante non paghi il “pizzo”; siamo più abituati a ricevere schiaffi che carezze..ed addirittura scambiamo un’azione di “ordinaria amministrazione” per qualcosa di straordinario.
Lascio le utopie ai “matti” e ai poeti, ma non smetto di coltivare la speranza di un mondo in cui l’eccezione sia un atto di delinquenza e non il contrario.