Il bullismo si erge nuovamente e bruscamente a notizia di cronaca estrapolata dalla mera e triste vita reale.
Il bullismo si erge, con crescente e convinta ferocia, a nuovo e sempre più radicato male che serpeggia tra ideologie, intenzioni ed azioni dei giovani.
Degli adolescenti, dei ragazzi e finanche dei bambini.
L’ultima raccapricciante vicenda che sottolinea la brutale ascesa che del suddetto fenomeno indicatore di un crescente disagio sociale, si è verificata a Bari ed è stata scoperta quasi per caso dai genitori della vittima, un bambino di appena 7 anni e, dopo la denuncia, i carabinieri e la Procura di Bari hanno aperto un’inchiesta.
Toccherà agli investigatori trovare eventuali responsabilità degli insegnanti per la mancata vigilanza, oltre ad individuare i tre piccoli, ma feroci aggressori.
La querela è stata depositata lo scorso 11 novembre, ma i pestaggi si sono verificati in tre momenti diversi ad ottobre.
I genitori del bimbo esigono che venga fatta luce sulla brutta storia e hanno tirato in ballo anche il ministero dell’Istruzione, invocando un risarcimento per quanto avvenuto in una scuola elementare pubblica di Mola di Bari.
Le aggressioni, stando a quanto traspare dalla denuncia, sono cominciate i primi giorni di ottobre e sono avvenute sempre durante l’orario scolastico all’interno dell’istituto.
Protagonisti degli atti di bullismo altri tre coetanei che, senza alcun motivo apparente, hanno preso di mira il piccolo.
Il 22 ottobre, però, quello che inizialmente sembrava essere un banale litigio tra bambini si trasforma in un pestaggio cruento.
I piccoli alunni, durante la lezione di matematica, raggiungono la palestra e, all’improvviso, in tre accerchiano il piccolo e lo colpiscono in testa con alcuni birilli in legno.
Non soddisfatti, dopo averlo tramortito e avergli fatto perdere i sensi, gli saltano addosso e lo percuotono con calci e pugni alla schiena, al torace e al collo.
Alle 16, il papà va a riprendere suo figlio e si accorge subito che qualcosa non va.
Il bimbo, spaventato, racconta l’orrore che ha vissuto e tornato a casa comincia a lamentare forti dolori di testa.
«Nella notte – si legge nella querela stilata dai genitori – il piccolo faceva fatica a prendere sonno e, nei pochi momenti in cui era addormentato, si lamentava risvegliandosi bruscamente, spalancando gli occhi e gridando spaventato».
Nel prenderlo in braccio nel tentativo di tranquillizzarlo, il papà si accorge che Michele avverte dolore al semplice contatto delle proprie mani con la schiena del figlioletto. A quel punto, i genitori decidono di portare il bimbo in ospedale, il bambino viene trasferito al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari.
I medici visitano il piccolo e riscontrano diverse «ecchimosi, alcune con aspetto figurato, al dorso, al fianco destro e sinistro, regione deltoidea destra e ginocchia; un piccolo ematoma alla regione occipitale, diverse escoriazioni superficiali in regione occipitale; un trauma toracico, lesioni multiple al capo, tronco e arti», così recita il referto, la prognosi è di sette giorni.
I medici chiedono l’intervento di uno psicologo e la vittima del pestaggio racconta quanto accaduto il giorno prima.
Le parole del bambino trovano riscontro negli esami effettuati del medico legale che individua e fotografa, a distanza di quasi 24 ore, i segni delle scarpe sulla schiena del bimbo, impronte compatibili con le calzature indossate dai bimbi di 6-8 anni. A quel punto, gli stessi medici chiamano i carabinieri per raccogliere la denuncia. I genitori, però, non si sono fermati e hanno presentato alla polizia giudiziaria della Procura una dettagliata querela.
Il bambino, nel frattempo, dopo giorni di paura ha dovuto cambiare scuola per ritrovare la serenità.