Minuto 46′ di Udinese-Chievo, partita bloccata sullo 0-0, il pallone lanciato in area dalla trequarti arriva sul petto di Totò Di Natale che trova la coordinazione in un istante e trova il gol con un tiro al volo di sinistro all’angolo. Ma non è un gol qualsiasi, è il 200 in Serie A, un traguardo che proietta Antonio da Napoli nell’Olimpo dei grandi del campionato italiano, in compagnia di gente del calibro di Piola (274), Totti (237), Nordhal (225), Meazza (216), Altafini (216) e Baggio (205), quel Roby Baggio che Di Natale ha in mente di superare in questa stagione. E non poteva trovare occasione migliore per festeggiare un traguardo così importante se non nella giornata della sua presenza numero 400 in A.
Nato a Napoli nel 1977, il piccolo Totò sogna di poter imitare un giorno le gesta del suo grande idolo Maradona, e comincia a giocare a calcio nella piccola USD San Nicola, club affiliato all’Empoli, fino all’età di 13 anni quando il suo scopritore, il talent scout Lorenzo D’Amato, lo propone al club toscano che lo mette subito sotto contratto. Totò parte per Empoli per la sua prima avventura lontano da casa e dai suoi cari, e soffre sin dall’inizio di una grande nostalgia che lo porterà addirittura ad un tentativo di fuga dalla Toscana non portato a termine grazie all’intervento di Vincenzo Montella che lo convince a continuare la sua avventura in azzurro.
Dopo aver fatto tutta la trafila nel settore giovanile empolese, viene premiato con la prima presenza in Serie B nel 1996-97; in seguito viene mandato in prestito nelle categorie minori per acquisire la giusta esperienza: dopo le esperienze con Iperzola, Varese e Viareggio, l’Empoli lo richiama alla base per disputare ben 3 campionati di Serie B da titolare, l’ultimo dei quali culmina con la promozione in massima serie dei toscani, alla quale Di Natale contribuisce con ben 16 reti. La prima stagione in A si conclude con una fantastica salvezza per il piccolo club toscano, trascinato dal suo leader autore di 13 reti, mentre il secondo anno finisce con l’amara retrocessione in B degli azzurri, che coincide anche con la scarsa vena realizzativa di Di Natale autore di sole 5 reti.
Nell’estate del 2004/2005 Di Natale si trasferisce all’Udinese dove forma un trio offensivo formidabile insieme a Di Michele e Iaquinta; la stagione finisce con il 4° posto e la storica qualificazione in Champions League per il club friulano. Le prime quattro stagioni in bianconero Totò ha una buona media gol, pur giocando da attaccante esterno, ma è con lo spostamento nel ruolo di centravanti che riesce a raggiungere i risultati migliori: diventa, infatti, capocannoniere della Serie per due stagioni consecutive, nel 2009/10 con 29 gol e nella stagione successiva con 28 reti, che valgono la seconda qualificazione alla Champions dei friulani; tuttavia sia nel 2010/11 che nel 2011/12 l’Udinese non riuscirà ad entrare alla fase a gironi di Champions League venendo elminata da Arsenal e Sporting Braga.
Il 6 gennaio 2014 annuncia ai microfoni di Sky di volersi ritirare al termina della stagione, che fino a quel momento lo aveva visto lontano dalle medie realizzative degli anni precedenti (63 gol tra il 2010 ed il 2013); tuttavia al termine della stagione, conclusa con ben 17 reti, rifiuta l’offerta dei cinesi del Guangzhou Evergrande e decide di continuare con la squadra bianconera, della quale è diventato il giocatore più presente e prolifico.
Con la Nazionale Di Natale non ha avuto un grande feeling: è Trapattoni a farlo esordire nel 2002 con la maglia azzurra, ma negli anni di Lippi non viene preso in considerazione. Torna in azzurro con l’avvento sulla panchina di Donadoni, che ne fa il punto fermo dell’attacco azzurri agli Europei del 2008: l’Italia si fermerà ai quarti di finale contro la Spagna, uscendo ai rigori, e proprio Totò sbaglierà uno dei rigori. Con le grandi prestazioni in campionato, Di Natale viene confermato anche da Lippi, al ritorno sulla panchina azzurra, per il Mondiale in Sudrafrica; tuttavia l’Italia non supera il girone. Dopo due anni di assenza, nel 2012 a 34 anni Totò viene convocato da Prandelli per gli Europei: segna all’esordio contro lo Spagna, nell’unico gol che la nazionale spagnola subirà in tutta la competizione; saranno proprio gli spagnoli a diventare campioni d’Europa battendo in finale gli azzurri 4-0. L’anno successivo rifiuta la convocazione per la Confederations Cup per preparsi meglio in vista del Mondiale, per il quale però non sarà convocato.
Oggi, a 37 anni, Di Natale è ancora in grado di regalare grandi prestazioni e grandi gesti tecnici grazie alla sua umiltà, alla sua determinazione ed alla sua grande tecnica; Totò avrebbe forse potuto avere una carriera più ricca, di successi come di contratti importanti, ma ha sempre preferito il campo ai soldi, l’amore dei tifosi alle copertine. Anche quest’anno preannuncia di non sapere cosa farà al termine della stagione, nel frattempo ce lo godiamo in campo in questi mesi pronti ad un lungo applauso nel momento in cui deciderà di porre fine alla sua incredibile carriera.