Napoli: città ricca di tesori non valorizzati e patrimoni artistici e culturali destinati a vivere nell’ombra del fatiscente stato di abbandono. Limiti, precarietà e controsensi di una delle facce più rabbiose di questa città che potrebbe splendere in maniera sfrontatamente abbagliante, se solo ci fosse una maggiore “cultura verso il culto della cultura”, condizione necessaria ed imprescindibile per conferire massimo lustro al patrimonio artistico e culturale di una terra più che florida in tal senso e che da questa inesauribile fonte di reperti e “storie che hanno fatto la storia” potrebbe ricavare una cospicua fonte di guadagno, non solo economico, ma anche e soprattutto in termini di senso civico, credibilità e rispettabilità.
Invece, la vita reale racconta altre dinamiche ed evoluzioni.
E quanto sta accadendo nel cuore del Rione Sanità lo certifica in maniera più che eloquente.
La casa dove a Napoli nacque Totò avrebbe bisogno di urgenti lavori di restauro. E per sollecitare interventi, nel Rione Sanità, in via Santa Maria Antesaecula, proprio lì dove giace la casa in stato in fatiscente stato di abbandono i cittadini residenti in zona hanno svolto un flash mob. I manifestanti hanno esposto alcuni cartelli con la scritta ”Save Totò”.
I cittadini si sono detti anche pronti a gestire il museo, che dovrebbe trovare sede nello stesso edificio. I residenti del quartiere, con in testa il pizzaiolo Ciro Oliva, hanno infatto chiesto che sia affidato a loro il Museo dedicato al Principe della Risata e mai aperto. Lo stabile avrebbe bisogno di interventi urgenti, ma anche lungo la strada di accesso sarebbe necessario intervenire: accumuli di sacchetti della spazzatura e rifiuti di ogni genere e specie giacciono indisturbati sui cigli della strada.