Le mura di Napoli rappresentarono un pezzo saliente della storia partenopea oltre che un circuito difensivo fondamentale per la città e per i suoi abitanti.
I labili resti rimasti attualmente in vita, in realtà vantano un passato glorioso: abbracciavano un perimetro pari alla grandezza del centro antico e facilmente se ne può immaginare il percorso seguendo le cortine delle abitazioni.
Le mura erano provviste di 27 porte: la maggior parte di esse erano rivolte verso il mare e nel corso dei secoli hanno subito innumerevoli spostamenti e mutazioni.
Porta Capuana, giace a ridosso del Castel Capuano ed è molto di più di “una semplice porta”.
Il nome gli deriva dall’orientamento in direzione della città di Capua, dietro Castel Capuano; è formata da un arco bianco in marmo riccamente ornato da bassorilievi, con ai lati due torri che simboleggiano l’onore e la virtù.
Edificata nel 1484 dal Re Ferrante d’Aragona ha da sempre rappresentato un punto nevralgico di rilevante importanza, oltre che il punto d’accesso giungendo da est verso il centro della città.
Porta Capuana è collocata in una delle zone più popolari e vitali di Napoli ed ha rappresentato un luogo di aggregazione anche artistica e culturale: è a Porta Capuana, ad esempio, che nacque ad inizio Novecento il cosiddetto Quartiere Latino, luogo di incontro di importanti artisti napoletani dell’epoca.
L’antica strada di accesso a Porta Capuana era il Borgo Sant’Antonio Abate ovvero “il Vasto”.
Porta Capuana non è un Quartiere vero e proprio, ma continua a preservare il suo status di punto nevralgico della città di Napoli.
Una storia millenaria, ricca di capolavori artistici ed architettonici, un museo diffuso dell’arte, dell’architettura e del buon vivere, forti tradizioni produttive, cucina tipica, ristoranti etnici.
Folklore imbevuto in “tradizione moderna”: Porta Capuana può essere definita un eterno mercato a cielo aperto in cui c’è sempre qualcuno che ha qualcosa da vedere a qualcun altro, sempre alla ricerca di qualcosa da acquistare.