Dopo il debutto-evento «with friends» dell’1 settembre all’Arena di Verona, tra circa un mese, partirà ufficialmente il tour di Pino Daniele, nell’ambito del quale il “Re del Blues” napoletano conferirà nuova forma a «Nero a metà», il suo storico terzo album, del 1980.
Il tour abbraccerà diverse tappe, ovvero:
6 dicembre da Conegliano;
11 dicembre a Bari;
13 dicembre a Roma;
16 e 17 a Napoli (Palapartenope);
22 dicembre a Milano avrà luogo la gran chiusura.
Sul palco la band originale dell’epoca, composta da James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano), Rosario Jermano (percussioni), più Rino Zurzolo (contrabbasso), Elisabetta Serio (piano) per set acustico iniziale con altre chicche del primo repertorio danieliano. Tuttavia è prevista anche la presenza di Tullio De Piscopo e forse anche di Joe Amoruso e Tony Esposito.
“Si può evitare la trappola della nostalgia solo con la consapevolezza che operazioni simili sono dichiarazioni di identità, una sorta di passaporto culturale. – Ha dichiarato Pino Daniele. – Stavolta privilegeremo il sound, ci ritufferemo pienamente nel suono vintage, in quella stagione che qualcuno ribattezzò ”neapolitan power”. Neri a metà, ci rifacevamo da un lato al black power, dall’altro alle nostre radici, per proclamare una diversità ed un’originalità artistica che paga ancora oggi. Se posso ristampare, persino su vinile, un lp di 34 anni con qualche inedito e qualche versione alternativa, se posso andarmene in giro a cantare le canzoni di 34 anni fa vuol dire che abbiamo seminato bene.” Ha le idee ben chiaro Pino, anche e soprattutto riguardo la scelta degli artisti da coinvolgere e con i quali dividere il palco: “Gli ospiti saranno pochi, e non serviranno a richiamare altre fasce di pubblico, come pure a volte serve, ma a completare un progetto, a cogliere i frutti di quei semi di cui parlavo prima. A Napoli vorrei Clementino e Rocco Hunt, li inviterò, spero siano liberi: sono i nuovi poeti urbani. Come me, come il maestro Carosone e come tanti altri, vogliono fare gli americani, ma senza dimenticare di essere partenopei. A Milano vorrei J. Ax, a Roma Fiorella Mannoia.”