Sui riprovevoli fatti avvenuti lo scorso 7 ottobre all’interno dell’autolavaggio d Via Padula a Pianura è stato detto tanto, forse anche troppo, soprattutto da parte della famiglia di Vincenzo Iacolare, autore delle sevizie, che fin dalle prime battute ha minimizzato la gravità dell’accaduto definendolo “un gioco”.
A parlare adesso è il piccolo Vincenzo, il 14enne che per effetto delle conseguenze riportate da quel “gioco” ha rischiato di perdere la vita.
È una scena agghiacciante quella raccontata dalla vittima seviziata con un compressore per pneumatici perché era troppo grasso.
«Mi sono spostato, ho fatto resistenza, davo calci per non farmi immobilizzare, ma lui era più forte di me».
Gli inquirenti hanno bisogno della sua testimonianza per ricostruire i fatti, ma quando non è riuscito a trovare le parole per dare seguito al racconto per rendere noto quello che gli era successo, si è rifugiato nel pianto.
Quindi agli atti finisce la testimonianza della mamma di Vincenzo che aveva avuto modo di raccogliere la primissima testimonianza del ragazzino: «A me ha detto che quello lo ha immobilizzato con il ginocchio e che poi ha agito con forza, in modo da immobilizzarlo».
Parole che disegnano i tratti di un gesto tutt’altro che giocoso e che lasciano trapelare tutta la crudele ed insulsa violenza che ha contraddistinto quegli attimi che hanno segnato per sempre la vita del paffuto 14enne.
Gesto in virtù del quale, Vincenzo Iacolare, il 24enne autore delle sevizie, è attualmente detenuto nel padiglione Padova del carcere di Poggioreale, quello che accoglie gli autori di reati sessuali. Proprio perché sul suo capo pendono le accuse di violenza sessuale e tentato omicidio.
E pensare che secondo lo stesso 24enne e la sua famiglia si è trattato “solo” di un “gioco finito male”.