 La cronaca odierna ci consegna una storia agghiacciante, una di quelle appartenenti al libro della vita quotidiana, una di quelle che ci camminano accanto e delle quali siamo spettatori impassibili, più o meno consapevoli, una di quelle contenute nella raccolta che porta il titolo di “sono cose che accadono, ma non qui”.
La cronaca odierna ci consegna una storia agghiacciante, una di quelle appartenenti al libro della vita quotidiana, una di quelle che ci camminano accanto e delle quali siamo spettatori impassibili, più o meno consapevoli, una di quelle contenute nella raccolta che porta il titolo di “sono cose che accadono, ma non qui”.
Conclusione alla quale arriviamo perché, per una sorta di più o meno indotto meccanismo di autodifesa, tendiamo a rigettare le strazianti verità nelle quali annega la nostra società per proiettarle in un mondo lontano dal mostro e forse finanche diverso.
E invece no.
Drammi come quello emerso oggi, appartengono alla sfera quotidiana di tutti: ci siedono accanto nella metro, camminano per strada dispersi tra la folla, proprio come noi, respirano la nostra stessa aria e raccontano disagi e sofferenze che appartengono alla nostra società: quella di tutti, di cui tutti siamo parte.
Un ragazzo di 16 anni è stato fermato dalla Polizia Municipale di Napoli perché si prostituiva nei pressi di piazza Garibaldi, proprio lì, accanto a quel punto nevralgico della città dal quale si diramano treni e metropolitane, tra povertà e degrado, studenti e lavoratori, turisti e fannulloni.
Il minorenne era in compagnia di un 18 enne e risiede in provincia di Napoli.
Agli agenti il ragazzo ha riferito che è solito recarsi in quella zona per offrire prestazioni sessuali al costo di 30 euro.
Gli incontri avvengono nelle strade adiacenti a Piazza Garibaldi, nelle auto dei clienti.
Il minorenne è stato affidato al padre.
 
  
  
 









