La Procura di Napoli ha chiuso le indagini preliminari sul crollo avvenuto alla Riviera di Chiaia nel marzo del 2013.
Una catena di errori dalla fase progettuale a quella esecutiva, fino ad arrivare alla parte legata ai controlli, quando le prime avvisaglie circa la stabilità del cantiere erano state belle e segnalate. Eccole le conclusioni della Procura di Napoli a proposito di un evento drammatico, il crollo di un edificio monumentale in via Riviera di Chiaia, parliamo di Palazzo Guevara di Bovino, che ha di fatto spezzato in due il cuore nobile della città. Ventuno gli avvisi sono in fase di notifica da parte della polizia. Tra i destinatari figurano collaudatori, dirigenti dell’Ansaldo, che sta realizzando la costruzione della linea 6 della metropolitana, e responsabili del progetto per la deviazione del corso d’acqua sotterraneo.
Ipotesi di disastro colposo per tutta la catena tecnica della realizzazione della Linea del mare della Metropolitana: in questo reato contestato alle parti chiamate in causa si sintetizza il frutto delle indagini svolte dai pm.
In poche pagine, la sintesi della perizia firmata dai consulenti che hanno ripercorso la storia del cantiere della Metro e che -secondo quanto asserito dagli esperti – crollò a causa di lavori sotterranei eseguiti male, segnali di avvertimento trascurati, condotta negligente di chi doveva eseguire e controllare le opere. Gli
indagati hanno ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogati dai pm o depositare memorie difensive. Quindi la Procura valuterà se chiederne il proscioglimento o, più verosimilmente, il rinvio a giudizio.