Vincenzo, il 14enne seviziato con un compressore per pneumatici lo scorso 7 ottobre in un autolavaggio di Pianura, è ritornato a casa appena qualche giorno fa.
Ciò nonostante, si registra un cospicuo fermento nel quartiere napoletano teatro dell’incresciosa vicenda, non solo per il fatto che la prossima settimana potrebbero giungere novità importanti nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’artefice delle sevizie, Vincenzo Iacolare, arrestato con l’accusa di tentato omicidio e violenza sessuale e attualmente rinchiuso nel padiglione Parma del carcere di Poggioreale, quello che ospita i detenuti accusati di reati sessuali.
Il 24enne non era però solo quel martedì, quando, intorno alle 18, il piccolo Vincenzo è stato brutalmente aggredito. Insieme con lui c’erano altre due persone, denunciate a piede libero per concorso in tentativo di omicidio. Uno dei due avrebbe anche ripreso la scena iniziale dei maltrattamenti con un cellulare, successivamente sequestrato ed esaminato da un perito.
Proprio da quelle assurde immagini, acquisite dagli inquirenti, potrebbero emergere ulteriori particolari sull’aggressione di gruppo e sui comportamenti che i singoli soggetti hanno assunto nella circostanza.
Si tratta di dati molto significativi, che potrebbero modificare anche la posizione giudiziaria degli altri due ragazzi denunciati.
Nel mirino degli inquirenti rischia di finire anche la struttura in cui si sono consumate le sevizie.
I due giovani denunciati, che hanno precedenti di polizia per spaccio di droga e furto, sarebbero tornati regolarmente a lavorare nell’autolavaggio Sprint di via Padula, già riaperto e a dir poco assediato da clienti che si recano nella struttura palesemente mossi più dalla curiosità che della reale necessità di lavare l’auto.
Una condotta macabra ed opinabile che altro non fa che sottolineare la becera superficialità della società contemporanea che, al cospetto di avvenimenti in cui dovrebbe regnare la riservata discrezione, non solo sfodera indelicata invadenza, ma si rivela fin troppo abile nel concorrere all’insorgenza di “eventi mediatici” degni di attirare l’interesse mediatico e seminare squallore ì dove dovrebbe regnare lo sdegno.
È un copion che si ripete e che abbiamo visto tenere banco in diverse circostanze e al cospetto di diversi drammi che hanno incupito l’Italia.
Basta pensare al più recente, verificatosi all’isola del Giglio, allorquando la popolazione locale ha fornito ai turisti la possibilità di assistere all’ultimo viaggio delle Concordia, da posti privilegiati affittandogli “un posto in prima fila” sui balconi delle loro abitazioni.
Un malcostume e un cattivo gusto che regnano sovrani in una società rude ed inaridita come la nostra, incapace di comprendere quando è il caso di tenere il becco chiuso e ritirarsi nel rispettoso silenzio, proprio perché inabile nel rilevare la mera e cruda essenza insita nel più primordiale ed intransigente concetto di “rispetto”.