1) Io amo Napoli e non butto le carte a terra
2) Io amo Napoli e faccio la raccolta differenziata
3) Io amo Napoli e non abbandono i rifiuti in strada
4) Io amo Napoli e sui mezzi pubblici faccio il biglietto
5) Io amo Napoli e in scooter metto il casco
6) Io amo Napoli e raccolgo i bisogni del mio cane
7) Io amo Napoli e non imbratto i monumenti
8) Io amo Napoli e sono solidale con i più deboli
9) Io amo Napoli e denuncio le illegalità
Questi sono i 9 punti della campagna “Io amo Napoli”. L’iniziativa, promossa dall’Assessore alla Comunicazione della città di Napoli, Monia Aliberti, e lanciata nelle scuole e sui bus Anm, si propone di stimolare 9 differenti comportamenti virtuosi da parte dei cittadini. Solo rispettando la propria città e prendendosene cura, infatti, è possibile ottenere un miglioramento tangibile dello stato di cose.
«Si tratta – ha affermato la Aliberti – di 9 azioni trattate in modo positivo, che non giudicano, ma stimolano il cittadino a farsi promotore della propria città. Nell’immedesimazione con i personaggi della campagna superiamo lo stereotipo negativo che troppo spesso colpisce “massmediaticamente” noi napoletani. Chi ama Napoli – prosegue l’Assessore – deve rispettarla e proteggerla».
C’è già, però, chi accusa la Aliberti di pedagogia. I nove punti della sua campagna, infatti, fanno riferimento a comportamenti elementari che un normale individuo dovrebbe apprendere da piccolo, in famiglia, e non da adulto mediante una pubblicità.
Dunque, più che restituire a Napoli la sua dignità, come l’assessore aveva promesso nel corso del suo insediamento, questa iniziativa rischia di ridicolizzare la città nei confronti dell’Italia intera.
La domanda, allora, sorge spontanea: premesso che i napoletani sono noti in tutto il mondo per l’amore viscerale che nutrono nei confronti della propria città, quanto e che cosa fanno per renderla un posto migliore?