L’Italia è il Paese del perdono. Praticamente viene assolta qualunque tipo di colpa, dalla più grave alla più lieve: furto, ingiuria, maleducazione, omicidio, estorsione. Le cronache quotidiane riportano esempi continui in questo senso.
Insomma, in Italia puoi aver commesso ogni sorta di errore, ma stai tranquillo che ci si passerà sopra. A meno che tu non sia grasso. In quel caso la situazione cambia. Già, perché nel Belpaese essere grassi se non è una colpa è quantomeno qualcosa di cui vergognarsi.
Nei confronti di chi ha qualche kg di troppo non c’è nessuna pietà, e questo da che mondo è mondo. Negli ultimi tempi, però, la situazione sembra essere degenerata. La linea di confine tra uno sfottò simpatico ed un insulto è labile e spesso, troppo spesso, viene oltrepassata senza farsi alcuno scrupolo. Con la scusa di voler fare dell’ironia si finisce per offendere, dimenticandosi che, per quanto banale sia, le parole fanno male, e rischiano di influenzare una vita intera se non si è abbastanza forti da reagire.
Insultare non ci rende persone migliori. Né più simpatiche. Né più attraenti. Ci rende solo vili.
E ci rende vili anche e soprattutto se siamo il vicepresidente del Senato. Maurizio Gasparri, infatti, nel botta e risposta su Twitter con il rapper Fedez sulla questione della Lega Nord ha finito per offendere una ragazzina che difendeva il suo idolo. Dopo che quest’ultima gli ha scritto: «Gasparri, quel “coso colorato” è una persona pulita e umile, a differenza tua che sei sporco e te la credi perché sei un deputato», lui le ha dato della grassa: «meno droga, più dieta, messa male».
La ragazza si chiama MariaPia, e Fedez non ha esitato a prendere le sue parti sul suo profilo Facebook: «Io da solo non posso fare molto. Ma voglio fare l’unica cosa concreta che mi sembra possibile: se MariaPia, la ragazza insultata dal Vice Presidente del Senato, decidesse di rivalersi tramite vie legali, io sarò felice di sostenere il costo dell’azione. Non per dispetto. Non per vendetta. Per ottimismo. Perché non ce la faccio più a leggere quotidianamente di queste persone».
C’è da dire che la denigrazione verbale è la migliore delle ipotesi da considerare. Nei casi più estremi (che purtroppo stanno andando a costituire la routine), infatti, se sei grasso ti spetta anche una punizione fisica. Come dimenticare il caso di Vincenzo, il 14enne di Pianura perseguitato e ferito gravemente con un compressore da 3 ragazzi perché robusto?
Il mondo è pieno di “Vincenzi” e di “MariaPie”, di persone che vengono giudicate solo per il loro aspetto fisico. Non è possibile che nel 2014 debbano essere ancora gli stereotipi a prendere il sopravvento. Quante ancora ne dovremo sentire di notizie simili prima di renderci conto che stiamo arrivando ad un punto di non ritorno? Quando capiremo che è la sostanza a dover contare, a dover fare la differenza, non il guscio?