Esistono i calciatori e poi ci sono i campioni: quelli supportati da un talento geneticamente determinato, capaci di giocate eccelse e sopraffine, quelle che infiammano il pubblico ed assicurano un posto nell’Olimpo degli Dei del calcio.
Esistono gli uomini e poi ci sono “gli eroi”: quelli che spiccano ed emergono per semplici, ma encomiabili doti: generosità, umiltà, coraggio, quelli che costituiscono un tangibile e pulito esempio di speranza e di riscatto per il genere umano.
Gonzalo Higuaín ha dimostrato ancora una volta di essere campione, fuoriclasse e un uomo giusto, dentro e fuori dal campo.
L’attaccante argentino ha fatto recapitare una sua maglia autografata all’ospedale San Paolo dove da una settimana è ricoverato Vincenzo, l’adolescente seviziato a Pianura con un compressore per pneumatici all’interno di un autolavaggio.
Un gesto che ha ridato momentaneamente il sorriso al 14enne che frequentava una scuola calcio e si apprestava ad imprimere i primi “calci seri” al pallone.
Un 14enne come tanti che sogna ad occhi aperti quando gli occhi si posano su un rettangolo verde qualsiasi, quei sogni che raggiungono l’apoteosi quando si collocano all’interno dello stadio San Paolo, quel tempio del calcio custode di emozioni, così vicino eppur così distante dal teatro dove si è consumato quel tragico incubo.
Un 14enne come tanti per il quale Higuaín è un idolo, un modello da seguire e dopo il gesto di cui si è reso protagonista, ha pienamente dimostrato di meritare quest’oneroso onore e di rappresentare, senza alcun dubbio, un punto di riferimento pregno di sentimenti buoni e di valori altamente morali.
Vincenzo dal giorno in cui ha subito le sevizie si è chiuso in un cupo silenzio, triste conseguenza dello shock subito.
Intanto le sue condizioni migliorano di ora in ora come informano i medici, anche se tra quattro mesi dovrà sottoporsi a un nuovo intervento, ma le funzioni intestinali sono riprese