La Camorra nel pane.
La Camorra che avvelena la vita contaminando anche il più antico e popolare degli alimenti: il pane.
Forni abusivi, condizioni igieniche precarie, scarti di rifiuti: un vero “pane tossico” quello prodotto negli impianti abusivi di Napoli e provincia.
Il pane tossico prodotto dalla camorra avvelena più del cibo contaminato della Terra dei fuochi. Pane cotto in forni con scarti di rifiuti legnosi, legno verniciato e pieno di chiodi, addirittura in alcuni casi anche con quello delle bare. Come per tutti i legnami trattati, compresi i gusci di nocciola, le sostanze tossiche delle tinture presenti sul legno, con il calore si sciolgono e si trasformano in resine che si depositano sulle pareti del forno. Poi con le altissime temperature di cottura, la resina velenosa e cancerogena si scioglie nuovamente e viene assorbita da pane, pizze e dolci e finisce nelle nostre tavole per poi essere mangiata generando in diversi casi gravi malattie anche di carattere tumorale. La Camorra gestisce la produzione e la vendita di circa il 50 per cento del pane in provincia di Napoli con una posizione di quasi monopolio il sabato e la domenica. Soprattutto grazie alla vendita di pane per strada: presidi ambulanti del tutto abusivi grazie ai quali il pane viene ulteriormente “impreziosito” dallo smog e dall’inquinamento per effetto dell’esposizione e della vendita in “negozi a cielo aperto.”
Un episodio alquanto inverosimile, reso noto nelle ultime ore, concorre ulteriormente a sottolineare quanto il fenomeno sia radicato nella nostra realtà.
La vicenda si avvolge a Napoli: una donna acquista del pane e quando lo affetta per mangiarlo ci trova dentro una cavalletta morta.
La donna del quartiere San Giuseppe ha denunciato il fatto ai carabinieri.
Oramai nel nostro pane si trova di tutto, perché la camorra sta invadendo il mercato.
Quest’ultimo episodio lascia comprendere in quali condizioni igieniche e sanitarie lavorano certi panificatori, spesso al soldo della Camorra.