Dalle viscere di Napoli continuano ad emergere insoliti ed allarmanti episodi di violenza, i cui artefici sono giovani adolescenti e ragazzi che troppo brutalmente palesano disagi e turbe che li inducono con solerte ed ingiustificabile irruenza ad impugnare le armi della violenza per ammazzare la noia o per rubare o per rabbia o per far valere le proprie idee.
Dopo la riprovevole “bravata” attuata da un banco di 24enni che dopo aver preso in giro un 14enne per il suo aspetto corpulento lo hanno seviziato con un compressore per pneumatici, all’interno di un autolavaggio nel quale l’adolescente si era recato per lavare il motorino, riducendolo in fin di vita per la grave emorragia sortita da quello scellerato ed imperdonabile atto di efferata illogicità, la cronaca, consegna un altro e parimenti grave episodio di violenza il cui artefice è un adolescente.
A Torre Annunziata un’insegnate è stata colpita a schiaffi e pugni, ripetutamente, da un alunno durante la lezione in classe.
I colpi inferti sono tanto forti da farle perdere l’equilibrio ed indurla a battere la testa contro una porta.
Così, ferita e sotto shock è stata portata al pronto soccorso.
La donna insegna in una scuola media del comune in provincia di Napoli: l’istituto comprensivo Parini-Rovigliano. La professoressa, 40 anni di Terzigno, ha riportato un trauma cranico e contusioni ad un braccio.
Aggredita perché aveva rimproverato lo studente 13enne.
Si è reso necessario l’intervento dei carabinieri. La docente è stata dimessa ma è ancora in stato di choc.
In particolare, come riporta Laprovinciaonline.info, le è stato diagnosticato un “trauma cranico non commotivo, contusioni al polso e al gomito sinistro”, guaribile in 5 giorni, salvo ulteriori complicazioni da trauma.
Il dirigente scolastico dell’istituto ha avviato un procedimento amministrativo sanzionando l’alunno con 10 giorni di sospensione, mentre i carabinieri hanno segnalato il 13enne all’autorità giudiziaria per i minori per il reato di lesioni personali.
Un episodio troppo affine a quello verificatosi nel marzo del 2013 a Rovigo, allorquando nel corso di una normale lezione in classe, la professoressa rimprovera un alunno, assegnandogli una nota, quest’ultimo perde letteralmente il controllo, si lancia sulla docente e inizia a prenderla a pugni in faccia.
Un fatto accaduto in uno degli Istituti professionali della città settentrionale tra i più efficienti e moderni, il “Marco Polo”, istituto statale professionale per il commercio. L’alunno, un ragazzo di nazionalità italiana proveniente da una paese della provincia rodigina, è poco più che un bambino: frequenta la prima.
A fare le spese della sua furia è stata una docente stimata dai colleghi e dagli studenti che mai aveva avuto attriti che potessero far presagire un fatto simile. La professoressa, che insegna una materia legata all’indirizzo socio sanitario, è stata salvata dalla furia del suo alunno da una collega che per caso passava nel corridoio e sentendo il trambusto è entrata in classe, fermando così il ragazzo, che sembrava fuori controllo. L’insegnante picchiata è stata poi portata al Pronto Soccorso, dove le sono stati diagnosticati traumi al volto e a una mano.
Segnali che prepotentemente diramano la massiccia presenza di un preoccupante e dilagante disagio sociale tra i giovani, del Nord e del Sud, indistintamente.