Il Napoli prosegue il trend positivo, scacciando i fantasmi delle critiche e delle contestazioni.
Tuttavia la strada percorsa da Callejon e company per “mattare il toro” è tutt’altro che agevole e lineare.
Il gol che porta gli azzurri in temporaneo svantaggio, grazie ad un capolavoro balistico di rara e pregevole fattura sfornato dall’ex Quagliella, in concomitanza con le triplici azioni gol consecutive clamorosamente fallite prima da Insigne che colpisce il palo alla destra di Gillet e poi le due di Higuaín murate dalla difesa granata, consegnano sensazioni e presagi tutt’altro che positivi riguardo la capacità degli uomini di Benitez di poter ribaltare le sorti del match, soprattutto per effetto del soffio avverso della Dea bendata che prepotentemente aleggia sul San Paolo.
Tuttavia, nella ripresa il Napoli ha voluto e saputo far sua la partita.
Il gol che ripristina la parità, udite, udite, viene siglato di testa dal “folletto Insigne” la cui voglia di riscatto riesce ad ergersi più in alto dei baluardi difensivi del Toro. Lo scugnizzo di Frattamaggiore esplode in un’esultanza liberatoria che tanto racconta del periodo vissuto dal calciatore, nello specifico e dalla squadra, nel complesso.
Un gol che sblocca l’ex pupillo di Zeman, prima di stasera, ancora a secco di reti dall’inizio della stagione. Continua, invece, il digiuno per il Pipita, osannato, comunque dal pubblico di fede azzurra a testimonianza dell’incessante e famelica abnegazione che l’argentino riversa in campo. Il contributo fornito da Higuaín, i suoi spunti e la lungimirante e mai banale capacità di proporsi e di lanciare a rete i compagni, infatti, meriterebbe abbondantemente di vedere figurare il nome del numero 9 azzurro all’interno della classifica cannonieri.
Invece ci pensa “il solito Callejon” a violare per la seconda volta la porta di Gilles: lui che il “vizio del gol” non lo ha perso mai.
Tanto basta al Napoli per conseguire la vittoria.
Tre punti conquistati con orgoglio, tempra e determinazione, anche se il reparto difensivo continua a palesare sbavature e disattenzioni.
Tuttavia, al cospetto di una vittoria che delinea il varco da perseguire per risalire la china della classifica, tutto, o quasi, può passare in secondo piano, perché sarebbe un crimine imperdonabile da parte del pacchetto difensivo portare la squadra a perdere terreno prezioso eludendo quanto di pregevole costruito dai “marziani del reparto offensivo”.