Il tanto atteso 2 ottobre è arrivato ed è oggi.
Oggi è “il giorno”.
Quello nell’ambito del quale avrà luogo il vertice della BCE a Napoli, ma è soprattutto il giorno della manifestazione della gente comune, inglobata nella dicitura Block BCE.
Negli ultimi giorni è cresciuto in maniera esponenziale il numero delle associazioni che hanno aderito all’iniziativa, complice un’intensiva e serrata campagna, non pubblicitaria, ma di sensibilizzazione.
Un universo di sigle unite da un solo slogan: “No Bce – Jatevenne”.
La quinta giornata di Napoli: così i promotori della manifestazione ne sintetizzano lo spirito. La data odierna così come i sentimenti popolari, infatti, rendono facilmente accostabile questo momento storico a quello vissuto nel ’43, allorquando il tiranno del quale liberarsi era l’esercito nazista e Napoli seppe farlo prima e meglio di chiunque altro.
Il corteo è partito alle 9 di stamani dalla fermata metropolitana dei Colli Aminei, poi in marcia fino a Capodimonte, luogo scelto per il vertice del direttivo della Bce.
La composizione è varia: studenti, esponenti dei centri sociali della città – dallo Ska ad Insurgencia – poi tutta la rete che negli ultimi anni ha attraversato il territorio campano in nome della “rinascita” della Terra dei Fuochi, quindi il Comitato Stop Biocidio, la Rete Commons, i movimenti per il diritto all’abitare.
Non è prevista nessuna zona rossa e quasi tutti gli uffici territoriali della Campania stanno lavorando per cercare di “mappare” la manifestazione. Massiccio è l’impiego di forze dell’ordine e si prevede l’arrivo di rinforzi, quasi mille agenti in più rispetto alla normale “dotazione” della città. E l’occhio è rivolto anche agli eventuali arrivi da altre aree del Paese: non è esclusa la presenza di attivisti dei movimenti di altre regioni, dai No Tav ai No Muos. Fino a tutto il fronte che negli ultimi anni ha portato in piazza il rancore dei cittadini contro le politiche economiche dei governi che si sono succeduti e dell’Europa.
Come testimonia la presenza di un gruppo di donne che espone la bandiera rovesciata dell’Ucraina macchiata di sangue, in segno di solidarietà verso chi lotta contro le banche mondiali. Tra gli slogan esposti anche ‘America hands off of Ucraina’ e foto che ricordano la strage di Odessa. Il punto focale di questa manifestazione è quello che traspare dai suoi tratti più marcati: “protesta informata”.
Tant’è vero che gli incontri preparatori sono molti e coinvolgono anche studiosi e ricercatori.
L’opposizione ai trattati comunitari, la lotta contro il fiscal compact, la volontà di creare una rete contro-informativa nei luoghi di lavoro: questi i perni su cui si radica la piattaforma della manifestazione. A partire proprio dalla lettura sulla scelta di Napoli come sede del vertice. Una scelta non casuale: “Una città simbolo della disoccupazione, del lavoro nero, della precarietà per significare “l’attenzione” dei signori dell’euro ai tanti sud dell’Unione Europea. Sud che invece, come rivelano tutti gli indicatori economici, hanno subito più di altri l’effetto del loro governo della crisi, approfondendo il divario dei redditi e dell’occupazione fino a precipitare in una situazione sociale drammatica. Non possiamo accettare anche l’umiliazione dell’etica della colpa, le prescrizioni e le buone intenzioni e tutta la retorica da subalterni che sicuramente ci vorranno propinare, mentre in realtà ci vedono come aree a salari, redditi e cittadinanza differenziale”. Un programma che sotto forma di volantino circola in città da settimane, passa di mano in mano, viene diffuso in rete. Una chiamata all’impegno nel nome della “difesa della propria dignità” e del lavoro necessario da mettere in campo per “riconquistare i nostri diritti”.
Un invito alla mobilitazione supportato ed incentivato anche da tanti musicisti: dai 99 Posse a Clementino, da Enzo Avitabile a Roy Paci, dalla Banda Bassotti agli Assalti Frontali.