Domani, giovedì 2 ottobre, si terrà a Napoli la riunione del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea che si svolgerà presso il Museo di Capodimonte.
Evento che rilancia Napoli come crocevia e sfondo di possibili soluzioni sull’eurozona in affanno.
Prima del tanto atteso quanto temuto evento, tuttavia, avrà luogo un faccia a faccia riservatissimo. Un appuntamento al riparo dai riflettori, che si svolge, non a caso, prima del tanto atteso giovedì. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, entrambi a Napoli, perché attesi ai due distinti impegni pubblici di domani – rispettivamente la Settimana europea delle Pmi, Piccole e medie imprese; e la riunione del direttivo della BCE – sono giunti nel capoluogo partenopeo nella tarda mattinata e si incontreranno oggi pomeriggio a Villa Rosebery.
In vista della manifestazione di domani, scatta, dunque, il piano sicurezza: coinvolti complessivamente 2mila operatori che si dispiegheranno al massimo domani, e dovranno coprire con dispositivi molto elastici, giorno e notte, i vari perimetri palcoscenico della quattro giorni di dibattiti pubblici, destinati a chiudersi sabato a Città della Scienza, alla presenza del viceministro allo Sviluppo Carlo Calenda e del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Stasera, primo via ufficiale con la cena a Palazzo Reale per la Settimana europea delle Pmi: vi partecipano sia Draghi, sia il governatore della Banca d’Italia, il napoletano Ignazio Visco.
Domani, dunque, la città diventa vetrina internazionale.
Soprattutto 3 le aree blindate.
Le prime due sul versante mare: via Partenope per gli alberghi Vesuvio ed Excelsior in cui alloggiano il presidente della Bce, Draghi, e tutti gli altri 18 membri del consiglio (ciascun rappresentante della Banca dei paesi Ue aderenti all’euro) con i rispettivi staff; obiettivo sensibile è come sempre Villa Rosebery, ma la zona ad alto rischio resta quella della Reggia di Capodimonte dove tra 24 ore cominciano i lavori del Consiglio Bce. È nei confronti della Banca europea che il popolo dell’antagonismo muove a Napoli il corteo che risalirà lungo viale Colli Aminei fino all’incrocio con via Miano.
Migliaia di dimostranti, movimenti campani, precari, studenti, disoccupati, marceranno al grido di “Block Bce” e “Jatevenne”: ma non dovranno andare oltre la biforcazione con Porta Piccola.
In caso di incidenti, stavolta la questura potrà contare sulle speciali divise già sperimentate nei mesi scorsi dotate di telecamere e congegni, da azionare però solo su ordine del primo dirigente dell’ordine pubblico.
Le intenzioni palesate dai manifestanti, tuttavia, non legittimano allarmismo ed apprensione.
Attraverso un post pubblicato su un social network, infatti, dichiarano: «Abbiamo sentito di attività commerciali o di servizi che pensano di chiudere per paura non si sa di cosa, dell’avvento di non si sa quale catastrofe. Non fatevi influenzare dalla stampa o dal correre delle voci, in piazza ci saranno migliaia di napoletani come voi che la crisi la stanno subendo da anni e vogliono solo manifestare contro i veri responsabili.
Basterebbe chiedere agli abitanti e commercianti del Centro Storico o della zona della stazione, da cui di solito partono la maggior parte dei cortei napoletani, che mai si sognerebbero di interrompere le loro normali attività durante un evento del genere. Le attività commerciali hanno, infatti, svolto anche un servizio pubblico molto importante, supportando l’arrivo di migliaia di persone con servizi igienici e vendita di acqua e alimenti, proprio come succede a Roma o in altre città del paese.
Nel ribadire l’invito a scendere in piazza quel giorno, unico vero motivo per cui varrebbe la pena chiudere ogni attività commerciale, ricordiamo che hanno prodotto più danni i banchieri riuniti all’interno del Border della Bce che tutti i cortei degli ultimi 100 anni in Italia. Se c’è da avere paura di qualcosa o qualcuno, sicuramente fanno molta più paura i partecipanti al vertice e la loro figura di spicco Mario Draghi».