Uno studio dell’economista Paolo Savona, firmato Unicredit e Banca d’Italia, rivela che su 72 miliardi l’anno di spesa fatta dai cittadini del Sud, ben 63 sono di beni e servizi prodotti al Nord.
Solo una parte dei restanti 9 miliardi resta poi nel Mezzogiorno, essendo compresa in essi anche la quota di spese estere.
Si tratta evidentemente di una forte anomalia che produce un notevole depauperamento del Meridione, con conseguenze disastrose per l’economia e l’occupazione.
Ma non solo.
C’è poi la questione dell’emigrazione interna.
Secondo la Svimez, i giovani meridionali emigrati al Nord sono circa 147,000 ogni anno. Considerato che un figlio, dalla nascita a 24 anni, costa circa 230.000 euro, si ha un trasferimento di risorse per l’emigrazione di 33,8 miliardi. I trasferimenti statali al Sud ammontano invece a 45 miliardi l’anno, di cui 30 vengono prodotti al Nord e 15 al Sud.
In sintesi: dal Sud al Nord vengono trasferiti ogni anno, sotto forma di consumi ed emigrazione, ben 93,8 miliardi.
Si spiega così il forte divario economico tra le due aree del Paese e la tendenza all’allargamento della forbice.
Al momento, l’unica possibilità di riscatto appare legata ad una presa di coscienza dei cittadini meridionali che dovranno però reagire favorendo l’utilizzo dei propri prodotti e servizi con sede legale e stabilimento al Sud.
Lasciare sul territorio 32 miliardi l’anno significherebbe dare, infatti, un enorme impulso all’economia locale e produrre una forte crescita dell’occupazione.
Considerato che mediamente per la creazione di imprese occorre un capitale pari circa 200,000 euro per ogni nuovo occupato, 32 miliardi corrispondono alla creazione di ben 160,00 posti di lavoro ogni anno.
Maggiore occupazione, infine, significa togliere manovalanza alla criminalità organizzata che arruola i suoi adepti tra i disperati.
È noto, che la repressione dei fenomeni criminali sia assolutamente necessaria, ma che senza concrete occasioni di lavoro, i risultati non possono che essere temporanei.
Questi sono i principi sui quali si ancora l’iniziativa “Compra Sud” promossa e divulgata attraverso la pagina Facebook “Prodotti con sede legale e stabilimento al Sud” all’interno della quale è possibile consultare l’elenco di tutti i prodotti realmente “Made in Sud”.
Infatti, se come tutto quello fin qui emerso non bastasse, di recente e con sempre maggiore incidenza, rimbalzano da più parti le notizie di prodotti tipici del Meridione, in realtà provenienti dal Nord e messi in vendita con etichette contraffatte.
Consultando la suddetta pagina, si avrà la possibilità dì rimanere sempre aggiornati in tal senso, evitando, quindi, di imbattersi in “bufale” di bufale non campane!