Tradizione, folklore, religione e credenza popolare si fondono ed ondeggiano all’unisono nell’ambito di una delle più secolari e rinomate ricorrenze campane: la Festa dei Gigli.
Oggi è la volta di Barra, quartiere nel quale la storica festa discende da quella nolana, seppure, nel corso degli anni abbia sviluppato un’anima diversa e potenzialmente indipendente rispetto a quella della sua genitrice.
La “Festa dei gigli” a Barra si svolge ogni anno, da tempo immemore, durante l’ultima domenica di settembre.
Nel corso della settimana precedente la domenica, nei vari rioni, allestiti dai comitati partecipanti, si svolgono folkloristiche manifestazioni.
La domenica si svolge la “ballata” dei Gigli che percorrono Corso Sirena (percorso storico fino al 1954), Via Serino, Corso Bruno Buozzi e Via Luigi Martucci: questo circuito rotatorio, dà la possibilità allo spettatore di rimanere fermo ad un posto e veder sfilare davanti a sé tutti i Gigli.
La “ballata” inizierà alle 10 e si fermerà alle 14 per la pausa pranzo, poi riprendere alle 18 e terminare alle 2.00.
In passato, la festa si protraeva anche fino alle prime luci dell’alba, attualmente, tuttavia, per motivi di ordine pubblico quest’usanza è stata abolita.
I Gigli sono sontuose costruzioni lignee che arrivano a superare anche i 20 metri d’altezza e il peso complessivo di oltre venticinque quintali.
L’elemento portante è la “borda”, un’asse centrale su cui si articola l’intera struttura.
Le “barre” e le “barrette” – in dialetto varre e varrielli – sono le assi di legno attraverso cui il Giglio viene sollevato e manovrato a spalla dagli addetti al trasporto.
Questi assumono il nome di “cullatori” nome che deriva probabilmente dal movimento oscillante prodotto simile all’atto del cullare.
L’insieme dei cullatori prende il nome di “paranza”.
Seppure la gara abbia un valore puramente simbolico è molto sentita dagli abitanti del Quartiere, così come l’intera festa registra puntualmente un’esosa partecipazione da parte del popolo barrese e non solo.