«È soprannominato Gastone perché la fa franca ai processi. È stato ricoverato in tre ospedali e non sono state trovate ferite da coltelli. Come mai a Brescia il De Santis accoltella un poliziotto e alla fine viene assolto? Quali rapporti ci sono con i servizi? Ogni volta che c’è un passo avanti nelle indagini si alza una cortina fumogena…»
La famiglia Esposito, con il decoro e la compostezza che da quel tragico 3 maggio sempre contraddistingue le loro dichiarazioni, alla luce degli ultimi sviluppi e in virtù della piega che stanno assumendo le indagini, ha sentito il bisogno di affrontare la stampa a viso aperto e dare voce e risalto alle proprie richieste.
Fare chiarezza sulla figura di Daniele De Santis e sulle protezioni e le coperture di cui godrebbe e spingere la stampa nazionale ad approfondire tutti i lati oscuri che ancora rimangono su quanto accaduto prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, nei dintorni dello Stadio Olimpico.
Questo è quanto chiede la famiglia di Ciro Esposito, il ragazzo ferito da un colpo di pistola, durante quegli contri e morto dopo 52 giorni di agonia, nel corso di una conferenza stampa, tenutasi ieri e alla quale hanno partecipato la mamma di Ciro, Antonella Leardi, il padre Giovanni, lo zio Enzo ed il legale della famiglia, l’avv. Angelo Pisani e che hanno anche presentato il testo di un appello, sottoscritto da alcune decine di rappresentanti del mondo della società civile, dello spettacolo, dello sport e della politica nel quale, oltre a ‘verità e giustizia per Ciro Esposito’ si chiede che finiscano le ‘false rappresentazioni di Napoli’.
Al centro dell’attenzione dei familiari della famiglia Esposito c’è soprattutto la posizione di Daniele De Santis.
“Riteniamo – ha dichiarato lo zio di Ciro – che stia ripartendo la macchina del fango ed è per questo che dobbiamo riprendere la battaglia per Ciro e per il rispetto della nostra città. Ogni volta che c’è un passo avanti nelle indagini riparte la cortina fumogena. Rimane il buco nero di De Santis. È stato ricoverato in tre ospedali e non sono mai state trovate ferite da coltello”.
“Le domande che ci poniamo – ha detto ancora Enzo Esposito – sono tante: perché è stato espulso dagli ultrà della curva della Roma? Chi stava con lui quando è stato ferito Ciro? “
Come mai – si è domandato Enzo Esposito – i dirigenti della passata gestione del Coni non si sono mai posti il problema di sapere che cosa avveniva e come era utilizzata una struttura di loro proprietà? Come mai a Brescia De Santis viene visto accoltellare un funzionario di polizia ed alla fine viene assolto?”.
“Ecco perché noi riteniamo – spiega lo zio di Ciro – che De Santis sia protetto da servizi deviati collusi con la destra eversiva. Sapete perché è soprannominato Gastone? Perché esce indenne da tutti i processi…”. Vincenzo Esposito ha poi chiesto alla stampa nazionale di approfondire questi temi e di chiedersi, ad esempio, “se e quali rapporti esistano tra De Santis e l’ex sindaco Alemanno o da chi venisse regolarmente frequentata la discoteca in cui lavorava l’ultrà“.
“Ciro era lucido – ha detto Antonella Leardi, la mamma del ragazzo morto – e mi ha raccontato tutto quello che è accaduto. Quando sento tirar fuori notizie come quella dei tagli sul corpo di De Santis mi sento ferita come donna, come mamma e come cittadina. Noi comunque ci fidiamo della giustizia e siamo sicuri che alla fine la verità verrà a galla”.
“Io mi domando – ha dichiarato, invece, il padre di Ciro, Giovanni Esposito – come mai hanno ucciso mio figlio a Roma ed hanno chiuso lo stadio di Napoli, mentre quando a Roma hanno accoltellato due tifosi russi non è successo niente”.
Inoltre, Antonella Leardi è ritornata sulla vicenda dell’arresto di Gennaro De Tommaso per rettificare le sue dichiarazioni, trainate da taluni media: “Non ho definito Genny De Tommaso un eroe. Ho solo detto che se è stato arrestato perché aveva fatto invasione di campo e non è giusto. Lo hanno chiamato per parlare con Hamsik e lui si è prestato, mettendosi a cavalcioni sul divisorio. Lo hanno fatto anche i capi tifosi della Fiorentina nell’altra curva”.
“Il premio di cui ho parlato e che gli dovrebbero dare? Ci pensate – aggiunge – che cosa sarebbe successo se quella partita non si fosse disputata? Mio figlio è morto ed io in suo nome chiedo che negli stadi non ci siano più discriminazioni ed insulti. Tutte le tifoserie dovrebbero essere gemellate. Da mamma di un tifoso sano vorrei che tutti quelli che vanno negli stadi possano essere sani. E per questo mi batterò”.
“Indossare la maglietta con la scritta ‘Speziale Libero’ – dice lo zio di Ciro, Enzo Esposito – è stato un gravissimo errore, perché quella maglietta inneggiava alla morte di Raciti. Sarebbe stato meglio scrivere: ‘Chiediamo la revisione del processo per Speziale,’ perché in quel processo ci sono elementi ambigui, come ad esempio i due evidenziati sul sito dell’Associazione Enzo Tortora, in cui è riportata la testimonianza di un collega di Raciti ed un rapporto del Ris secondo il quale il lancio del lavandino effettuato da Speziale è incompatibile con la morte dell’ispettore”.
“Lo stesso rigore – conclude – va applicato anche ai tifosi della Curva della Roma nella quale sono comparsi due striscioni inneggianti alla morte di Ciro”.
Fonte: Corriere dello sport