I soldati della missione dell’Unione Africana in Somalia (AMISOM) hanno abusato sessualmente e sfruttato donne somale nelle loro basi a Mogadiscio.
Lo afferma un rapporto divulgato da Human Rights Watch (HRW).
Il suddetto rapporto, comprensivo di 71 pagine, “The Power These Men Have Over Us” documenta lo sfruttamento sessuale e l’abuso di donne e ragazze somale su due basi AMISOM nella capitale.
Secondo il rapporto, i soldati, con l’aiuto di intermediari somali, hanno utilizzato una serie di tattiche, compresi gli aiuti umanitari, per costringere le persone più vulnerabili a praticare attività sessuali.
Hanno anche violentato o aggredito sessualmente le donne che cercavano assistenza medica o acqua nelle basi AMISOM.
Human Rights Watch ha intervistato separatamente 21 donne e ragazze, le quali hanno raccontato di essere state stuprate da militari ugandesi e burundesi in servizio nei reparti militari dell‘Unione Africana.
Anni di conflitto e di carestia in Somalia hanno spostato decine di migliaia di donne e ragazze dalle loro comunità, e dalle loro reti di sostegno familiari e di clan.
Senza possibilità di impiego e le risorse di base, molte di loro devono affidarsi completamente all’assistenza esterna e sono costrette in situazioni di sfruttamento e di abuso per sostenere se stesse e i loro figli.
Il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana ha schierato le truppe a sostegno della pace in Somalia fin dal 2007 con l’obiettivo di proteggere i funzionari di infrastrutture e di governo somalo e per contribuire a fornire assistenza umanitaria.
Alcuni soldati hanno sfruttato la povertà delle donne e la mancanza di cibo per fare sesso. Come testimonia il racconto una giovane donna di nome Kassa D. che si era introdotta, con l’aiuto di un interprete somalo, nel campo base di AMISOM: “Ero preoccupata, ma avevo fame e non potevo tornare indietro. Dopo aver avuto un rapporto sessuale con un soldato ugandese, che ha pagato l’interprete con 10 dollari”.
Le donne e le ragazze sono entrate nei campi attraverso cancelli sorvegliati e in zone teoricamente protette.
Donne costrette a vendere il loro corpo per sopravvivere, pur di non morire di fame.
Anche questo è uno dei più turpi volti della povertà.
Diverse donne hanno riferito di essere state schiaffeggiate dai soldati con i quali hanno fatto sesso che si rifiutavano di indossare il preservativo.
Altre donne intervistate hanno dichiarato di non aver mai denunciato gli abusi perché temevano ritorsioni da parte dei loro aggressori, dalle autorità e dal gruppo di ribelli islamici di Al-Shabaab, oltre che come castigo da parte delle loro stesse famiglie. Il rapporto di Human Rights Watch termina così: “L’UA non può più chiudere gli occhi davanti agli abusi, se non altro per non minare la credibilità della missione”.
Fonte: La Repubblica