Nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione dell’articolo nel quale ho riportato la macabra storia della quale, mio malgrado, sono stata costretta ad essere protagonista, sfociata nelle minacce indirizzatemi da una madre che esigeva “vendetta” per riscattare la credibilità e l’onore della figlia ritratta in alcune foto apparse sulla pagina Facebook “Il Vrenzolario the original” sono stata contattata da tantissime persone.
La maggior parte di loro desiderava semplicemente inviarmi messaggi di solidarietà e stima, ma non solo.
Non poche sono state, infatti, anche le persone che avendo riconosciuto “madre e figlia” in questione – seppure nell’articolo non siano rese in alcun modo identificabili – mi hanno contattato per confidarmi anche un’altra parte di verità.
Quella madre e quella figlia hanno contattato in privato tutte le persone che avevano commentato la foto incriminata, in maniera più o meno colorita e anche a loro hanno indirizzato una copiosa dose di insulti e minacce.
La testimonianza che mi ha maggiormente colpita è quella di una madre, di “un’altra madre”, contattata prima da “quella madre” che le “consigliava” di “stare attenta a suo figlio” conosciuto e riconosciuto da sua figlia.
Una velata, ma, al contempo, nitida minaccia.
E, in seguito, lei, quella ragazza che – a dire della madre – dopo essere finita sul Vrenzolario avvertiva gravi disturbi psico-fisici fino ad ipotizzare il suicidio, inviava un messaggio a “quella madre” nel quale la intimava di “darsi una regolata” e di guardarsi bene dal giudicare i figli altrui, in quanto genitrice di un 14enne apostrofato dalla ragazza stessa come “drogato e ubriaco”.
“L’unica droga dalla quale è dipendente mio figlio sono i videogiochi, ne sono certa e lo posso assicurare.”
Ci ha tenuto a precisare “quell’altra madre”, quella che mi ha chiesto di non rendere assolutamente e in alcun modo identificabili né lei né suo figlio, perché sinceramente allarmata dal modo di fare di quelle due, fino al punto dal guardarsi bene dal commentare i post pubblicati sul “Vrenzolario” dopo quel giorno.
E nessuno più di me può comprendere il senso del suo disagio.
Al cospetto di questi ultimi fatti tristemente emersi, preferisco riportare staticamente la notizia ed astenermi dall’allegare commenti e considerazioni personali.