Il Napoli esce a testa bassa dal Friuli di Udine.
Immagine emblematica che ben incarna il momento no nel quale continua ad imperversare – almeno in Campionato – la squadra di Benitez.
La squadra è entrata in campo accompagnata dal silenzio che ha contraddistinto la vigilia del match, per effetto della mancata ed usuale conferenza stampa del pre-partita da parte dell’allenatore azzurro, unitamente al borbottio del pubblico, consequenziale a talune scelte operate da quest’ultimo riguardo gli 11 titolari.
In realtà, fin dalle prime battute, appare chiaro che il problema del Napoli non è nella “forma”, bensì nella “sostanza”: la squadra macina possesso palla, ma costruisce poco e un palo colpito da Gargano è il sussulto più vibrante dei primi 45’.
Nel secondo tempo, il Napoli si è affacciato più volte sotto la porta friulana, inscenando una partita gemella, sotto molti aspetti, a quella disputata appena sette giorni fa al San Paolo contro il Chievo Verona.
0-1 una settimana fa.
1-0 questo pomeriggio.
Risultati utili a consegnare al team di Benitez due sconfitte consecutive in campionato, consentendo alle prime della classe di attuare già una sorta di “mini-fuga”.
Siamo appena alle terza giornata e sarebbe oltraggioso tirare già le somme, quello che, tuttavia, desta legittima preoccupazione è la tangibile e palpabile mancanza di “qualcosa” in campo: il Napoli, infatti, continua ad apparire un mosaico incompleto, un abito da ultimare per comprendere se può ambire ad essere griffato come “capo di alta moda” o se più propriamente classificabile come “abito da grandi magazzini”.
E forte è il sentore che fin quando Albiol, Insigne, Higuaín e company non avranno afferrato quel “qualcosa”, queste sono le partite che rischiano di animare le nostre domeniche.