La Campania è una terra dalla quale incessantemente zampilla violenza e che dimostra tutta la sua triste ed ammanettato incapacità nel tamponare l’insorgenza di cruenti episodi di cronaca.
Stavolta è accaduto ad Aversa.
Stavolta la vittima è una ragazza di 23 anni, Francesca Di Donato, studentessa universitaria di Sant’Antimo che per pagarsi gli studi, lavora come barista nel week end, esattamente come ha fatto ieri sera, in uno dei locali di Via Seggio, nella zona del centro storico di Aversa, il punto di ritrovo della movida dei comuni dell’aversano e di quelli ubicati nella zona di nord di Napoli.
Ha resistito al tentativo di scippo della sua borsa da parte di due balordi. Trascinata e poi travolta dall’auto guidata dai due per una decina di metri, ha riportato, così, lo spappolamento della milza e una lesione grave ad un rene.
La ragazza è stata soccorsa da una conoscente, che resasi conto delle sue condizioni, l’ha immediatamente portata al pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Aversa. Pochi minuti dopo, la studentessa universitaria è entrata in sala operatoria per l’asportazione della milza, letteralmente spappolata dal peso di uno dei pneumatici dell’auto dei banditi. E lo schiacciamento dell’investimento, oltre a lesione irrimediabilmente la milza, ha causato anche seri danni ad un rene, la cui funzionalità è costantemente monitorata dai sanitari, che sperano di poter evitare una seconda asportazione. Le sue condizioni sono ancora gravi, anche se per i medici, la momento, non temono per la sua vita. Sul gravissimo episodio, indagano gli agenti del commissariato di Aversa che grazie alla testimonianza della soccorritrice della ragazza hanno tracciato un primo identikt di uno di questi due loschi personaggi. L’uomo che ha strappato la borsa alla vittima ha capelli corti, un po’ di barba.
Quanto accaduto ieri notte, non risulta essere un caso isolato, in quanto segue di qualche giorno un episodio analogo, che coincide con altre rapine commesse con la medesima modalità d’esecuzione. Gli inquirenti hanno individuato alcune telecamere di sorveglianza dei negozi di via Seggio, dalle cui registrazioni i poliziotti contano di individuare elementi utili per l’identificazione di questi balordi, che in più circostanze hanno seminato il terrore lungo quelle strade.
Inevitabilmente, al cospetto di simili ed agghiaccianti vicende, ci si ritrova a porsi un solo quesito: quando, all’ombra del Vesuvio, si potrà ambire a vivere una quotidianità “normale“ ?