Talvolta accade che il malcostume che impropriamente legittima condotte errate, si tramuti in diffuse e sgradevoli abitudini radicate negli usi e costumi delle masse e che costituiscono un fattore di regresso anche per la restante parte della popolazione, quella che auspica e desidera ancorare la coscienza sociale su valori di civiltà ed educazione, in quanto costretta a subirne disagi e disservizi che ne derivano.
In tal senso, eloquente è l’immagine che ci viene segnalata da una lettrice che transitava lungo la Strada Statale 162 dir. da Volla in direzione Casoria.
In entrambi i sensi di marcia, le corsie d’emergenza sono rese impraticabili dal deposito di massicci quantitativi di spazzatura.
Corsie chiuse per effetto dello sversamento di rifiuti di qualsivoglia genere, tipologia e natura.
Come se “l’emergenza rifiuti” fosse una priorità legittimata ad arrogarsi il diritto di precedenza su qualsiasi altra “emergenza” che può derivare dal transito stradale a bordo di una vettura.
Quella S.S. 162 dir. sorella della più tristemente nota S.S. 168 dir., ribattezzata “la statale della morte” in virtù del massiccio quantitativo di incidenti mortali che si rilevano lungo quella lingua d’asfalto, complice il transito in entrambe le direzioni di marcia scevro da qualsivoglia spartitraffico, condizione che, sulla carta, vieterebbe tassativamente di praticare sorpassi, invece, la realtà, certifica tutt’altro.
Due statali che diversamente narrano storie di cattive abitudini, inciviltà e non solo.
Perché sbaglia terribilmente chi crede che abbandonando lì quei rifiuti non arreca danno a nessuno.
E risparmiateci quella gretta retorica a base di “con tutti i problemi che esistono a Napoli, vi fossilizzate su queste piccolezze!?”
La civiltà di questo popolo può e deve partire dalle basi, perché solo su fondamenta solide e sicure possono essere erti palazzi incrollabili.
E ciò risulta ancor più imprescindibilmente vero in una terra a rischio fortemente sismico, come quella che giace ai piedi del Vesuvio.