A quattro mesi di distanza dai fatti di Roma, quelli avvenuti nei pressi dello stadio Olimpico poco prima della finale di Coppa Italia, viene diffuso il video amatoriale girato con un cellulare a bordo del pullman che stanziata davanti al Ciak Village a Tor di Quinto e che documenta i tragici momenti immediatamente successivi al ferimento di Ciro Esposito.
Due esplosioni, i fumogeni in lontananza e Ciro portato a braccia da alcuni tifosi del Napoli che tentano di dargli i primi soccorsi.
Dura poco più di due minuti il video che immortala quei momenti concitati, consegnato dai familiari di Ciro Esposito alla Questura di Napoli.
“Gli stanno sparando addosso” urla una donna dall’accento del nord quando si sentono i due colpi.
“Chi c’è a terra lì?” dice un altro tifoso.
“Hanno picchiato i napoletani…Ecco dove erano nascosti”. Esclama un altro.
Neanche le persone presenti sul bus hanno ben chiaro cosa sia realmente accaduto: qualcuno pensa che sia stato accoltellato, altri che sia stato travolto da una bomba carta.
“Ma si può stare così senza scorta dentro un pullman?” urla un altro supporter azzurro, in preda alla lecita e dilagante paura che inquietava l’aria.
Ciro intanto viene adagiato a terra a pochi metri di distanza dal pullman. Porta le mani al volto per il dolore, alcuni tifosi tentano di metterlo in piedi per togliergli lo zainetto.
Ciro si muoveva.
“Ma la polizia dov’è?” urla una donna.
“Ma non ho capito stavano picchiando il “chiattone”? Il chiattone ha alzato la testa”
Dice un altro tifoso, documentando, così, il linciaggio attuato dai supporter napoletani nei confronti di Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato di aver premuto il grilletto della pistola dalla quale è partito il colpo che ha ferito mortalmente Ciro.
“‘Sti bastardi di poliziotti che non arrivano” si dispera la donna: “Chiamate un’ambulanza”.
“Stava andando a vedere una partita avete capito o no?” esclama la voce di un uomo incredulo per quanto i suoi occhi stanno guardando ed, ancora di più, per quanto quella vita ferita sta rischiando. “Non ce la fa, lo ha acchiappato proprio in pieno” aggiunge.
Poi, prima dell’ambulanza, arriva un’auto della polizia con dei poliziotti in borghese. “Non scende neanche, abbassa il finestrino – aggiunge una donna – ma chiamate un’ambulanza“.
In quel pullman, dopo aver visionato quelle immagini, si è seduta tutta Napoli, tutta l’Italia, calcistica e non, capace di commuoversi e trovarsi travolta da una tempesta d’emozioni contrastanti: sgomento, rabbia, pietà, sofferenza, tristezza, impotenza, desolazione, panico, confusione, disorientamento, agitazione, sconforto, orrore e terrore. Adesso, com’è sempre stato dopo quegli spari, siamo tutti spettatori impotenti di un tragico e folle dramma.
Non era una partita di calcio: i nostri ragazzi sono andati all’inferno quel giorno.
E queste immagini lo testimoniano con una fedeltà nitida, sincera, inattaccabile.
Queste immagini urlano giustizia, dentro e fuori dal bus.