Un tempo, lontano oramai, si parlava di comunità come “insieme di persone aventi in comune origini, tradizioni, lingua e rapporti sociali in modo da perseguire fini comuni”, come recita il vocabolario http://www.grandidizionari.it .
Un insieme di persone dunque, che collaborano in gruppo per formare una società unita dalle origini e dalle tradizioni.
Tutto ciò sembrerà forse banale, scontato e un po’ vecchio.
Un ragazzo di 25 anni che pensa alla “comunità”, la collega all’immagine delle vecchie tribù che vivevano di caccia e di raccolta e facevano tutto insieme, oppure pensa a un nuovo concetto di comunità, ossia quello legato al mondo dei social network: spazi, luoghi di assembramento in cui si dialoga e si scambiano informazioni, lontani comunque e molto diversi dal significato primitivo.
Ciò è dovuto all’indebolimento dei rapporti familiari e all’apertura dei confini nazionali. La famiglia, sebbene sia attenta all’educazione dei figli, non riveste più quel nodo ben saldo, quel punto di riferimento sicuro per i ragazzi. I genitori offrono più libertà, maggiore svago e sono più aperti alle idee e alle opinioni dei propri figli rispetto a un tempo.
L’avere poi, un computer con l’accesso a internet, per un giovane significa formarsi culturalmente grazie alla lettura, conscia o anche inconscia, delle informazioni che si trovano su internet, conoscere culture diverse senza viaggiare davvero, imparare lingue diverse e scegliere tra percorsi di carriera differenti.
L’apertura dei confini nazionali consiste nel fatto che se prima si studiava nella città di nascita e si lavorava sempre per la propria città, oggi i giovani sono portati a muoversi, ad andare altrove, fare nuove esperienze e conoscere nuove persone con cui instaurare un rapporto di confidenza, di amicizia, amore e alle volte si creano anche rapporti così confidenziali, che si è portati a credere di aver trovato una “seconda famiglia”. Di conseguenza le radici non sono più uniche, ma pluralizzate. Dovunque si vada, si lascia sempre una traccia di sé.
La famiglia non produce capitale sociale in grado di garantire un buon vitalizio per tutta la vita, ciò che produce capitale sono le innumerevoli esperienze all’estero, al nord, insomma fuori, lontano dalla famiglia, lontano dalla comunità.
Dunque il concetto di comunità non è più da intendersi come gruppo che collabora insieme per fini comuni.
La comunità oggi è quella di internet dove si è insieme, ma anche soli, dove si hanno molti amici in rete e dove si crea nuova solidarietà, nuovi gruppi di cultura, studio, divertimento.
La comunità non si identifica più con un insieme di persone che collaborano per dei fini comuni, ma è oggi un gruppo che si forma a seconda dei propri interessi e, se non ci si trova più d’accordo, si lascia la comunità di appartenenza per unirsi a un’altra i cui interessi si confanno ai propri.