L’approssimazione della città ha contagiato anche la S.S.C.Napoli!
Presidente, io sono un appassionato di calcio, ma come altri 6 milioni di tifosi azzurri per il Napoli nutro un amore viscerale e spasmodico, per cui ho diritto ad avere risposte esaurienti da lei.
Chi siamo, ma soprattutto chi cogliamo essere “da grandi”?
È iniziato il nuovo decennio, ma la programmazione, l’attenzione al dettaglio, la voglia di crescita, l’entusiasmo nel forgiare una creatura tutta nostra risorta dalle ceneri del fallimento, dove sono finiti?
Abbiamo assistito e stiamo assistendo all’approssimazione, ad un generalizzato nervosismo che porta solo negatività e pessime figure.
Il tifoso partenopeo è ormai maturo per vincere, ma, in queste ultime settimane, pur mostrano fede e attaccamento ai colori sociali è stato pervaso (direi quasi assalito) da quel velo di sfiducia, di “pucundria” che si è riversato sulla prestazione della squadra.
Per questo motivo, le chiedo, le chiediamo in sei milioni, che intenzioni ha? Cosa vuole fare “da grande”?
Napoli è un patrimonio, Napoli vive e respira calcio in ogni strada, in ogni vicolo, Napoli è competente, ma ora si sente alla conclusione di un ciclo.
Lei ci ha promesso investimenti, infrastrutture, la nuova scugnizzeria, uno stadio, un progetto vincente; queste cose sono frutto di programmazione e di lavoro sodo effettuato da molteplici componenti.
In questo momento, il Napoli, invece, è un ibrido, un bicchiere mezzo vuoto che marca sempre il centesimo.
Napoli è una forza, è il coraggio delle proprie radici e del proprio orgoglio; Napoli è una potenza, Napoli è l’unica grande città europea ad amare una sola donna. Ma come deve essere questa donna: piccola e immatura o grande, fine, delicata, irresistibile?
Il potenziale, i margini di miglioramento ci sono tutti, ma io, anzi, noi 6 milioni, vediamo solo approssimazione e stiamo iniziando ad immaginare che il secondo decennio sia un continuo regredire in posizioni sempre più meste ed insipide.
Presidente, io, noi 6 milioni, meritiamo una risposta adeguata alla nostra intelligenza, alla nostra competenza.
È terminato il tempo dei programmi, noi ora pretendiamo i fatti, noi pretendiamo la vittoria, ma soprattutto pretendiamo serietà.
Distinti saluti da 6 milioni di napoletani.
Davide Martino