L’andata del turno preliminare ha lanciato una serie di messaggi inequivocabili, ma ha anche confermato a conclusione del match che se il Napoli sviscera la giusta concentrazione e la consapevolezza della grande squadra può ribaltare un pronostico che allo stato attuale lo vede sfavorito.
Facciamo un passo indietro e analizziamo la partita muovendo una prima grande critica alla società.
Come possiamo affrontare il match più decisivo della stagione con una squadra così precaria, orfana di un centrocampista di spessore e di un esterno basso adeguato alla circostanza???
Qualcuno ci spieghi le motivazioni di questa precarietà.
Quel qualcuno che è tenuto a motivare il ragionamento proposto tralasciando la scusante del passaggio del turno e degli introiti Champions che ne conseguirebbero.
Riteniamo la dirigenza azzurra troppo scaltra per una scusante simile; soprattutto troppo intelligente per pensare di investire solo a risultato ottenuto, non si può giocare un preliminare con una squadra più debole dello scorso anno!
Si sa, l’investimento è un rischio di impresa, ma, se fatto con razionalità, porta i risultati sperati.
Il centrocampista e l’esterno basso rappresentavano due investimenti essenziali per affrontare con maggiore spregiudicatezza e meno ansia il turno preliminare, soprattutto all’indomani del solito scellerato sorteggio che ci ha condannato ad affrontare la squadra più ostica del lotto delle pretendenti.
Detto ciò e devo continuare a riagganciarmi al discorso dei mancati acquisti, la partita di ieri, a mio avviso, ha ulteriormente confermato la notevole differenza di valori singoli tra il Napoli e l’Athletic.
In queste gare, però, subentrano fattori che vanno ben oltre il semplice dato tecnico e che, nelle partite di agosto, rappresentano il valore aggiunto: parlo della condizione fisica, ma soprattutto dell’amalgama, della conoscenza dei singoli giocatori di tutte le situazioni di gara.
Il Napoli è stato, per lunghi tratti della partita, un insieme di solisti, alcuni dei quali con una pessima condizione, ma mai una squadra; di contraltare, l’Athletic Bilbao ha giocato a calcio, ha pressato altissimo, ha corso il giusto e ha difeso fin quando ha retto un fenomeno come Iraizoz (almeno per la parata su Higuaín).
Se hai ben 13 giocatori rientranti dal Mondiale e sei destinato a sfidare una squadra che non ha portato alcun giocatore al Mondiale, che ha ceduto un solo titolare in questa sessione di mercato e annovera calciatori che da tre anni giocano insieme, sei una squadra obbligata a fare quello sforzo economico che verrà certamente ripagato con il passaggio del turno!
Gargano è stato tra i migliori, ma quando a fine primo tempo ho assistito all’ennesima verticalizzazione tra il folletto di Paysandú e Maggio ho rivisto le streghe… Ho pensato: “Dov’è l’uomo in camicia bianca che fuma come un turco e che ci ha traditi per scappare all’Inter?”
Non era un incubo, ma la precarietà di una situazione che la società ha gestito malissimo.
Non era un incubo, ma la superficialità con cui dopo aver perso Gonfalone, il Napoli non è stato pronto a virare in tempi celeri su nessun altro giocatore.
Non era un incubo, ma il sunto di un mercato che doveva essere adeguato all’importanza del match e al fattore Mondiale che certamente ha danneggiato il Napoli.
Non era un incubo, ma l’ottica dello “sparagno” che tanto ama questa città, ma che ti garantisce la sopravvivenza immediata, ma non la ricchezza futura!
Ci rimbocchiamo le maniche per tutto ciò che non è avvenuto.
Evitiamo di contestare ulteriormente, perché, ad oggi, è molto più giusto e proficuo supportare gli uomini di Benitez affinché l’incubo “San Mames” diventi un dolce ricordo.
Già, proprio la gara di ritorno rappresenta un fondamentale spartiacque per il Napoli e topparlo sarebbe deleterio per centouno motivi.
Con queste premesse, ma soprattutto ricordando l’ultima mezz’ora giocata ieri dal Napoli (soprattutto con i nervi e con il cuore) nutro ancora grandi speranze per ribaltare la situazione.
I baschi, che sono duri, orgogliosi, arcigni e anche cattivi in casa sono un’onesta formazione diretta da un grande tecnico e con un meraviglioso giocatore che ieri ci ha castigato, ma sono e saranno inferiori al “vero Napoli” che dovrà scendere in campo mercoledì 27.
Io ci credo ancora e, con me, spero anche voi… Il tempo dei processi non è ancora iniziato, per cui uniamoci in un comune ed accorato urlo di battaglia: “Forza Napoli!”
Davide Martino