Sei vittorie e un misero pareggio!
Questo il bottino racimolato dalle formazioni italiane in terra basca.
L’analisi cruda del preliminare che il nostro Napoli dovrà affrontare tra un grappolo di ore deve necessariamente partire da questo dato eloquente. La doppia sfida rappresenta moltissimo per il futuro tecnico-economico del Napoli; più che dai numeri e dagli uomini deve essere impostata con la giusta dose di organizzazione e cattiveria agonistica che gli azzurri dovranno gettare sia all’andata che al ritorno.
Pertanto diviene fondamentale la partita di martedì 19 al San Paolo, laddove, solo una vittoria, magari senza subire reti, può rappresentare la chiave per il passaggio del turno.
Si parla di fattore campo, di 12esimo uomo, di difficoltà ambientali, “purtroppo” – anche per la fortuna dello spettacolo – queste affermazioni sono fin troppo veritiere per una squadra costituita da soli oriundi, che porta allo stadio una media di 50.000 spettatori a partita e che nell’epoca dei Paperoni e delle spese folli non è mai retrocessa in segunda division.
La vera sfida per il passaggio del turno è rappresentata dalla forza del nostro vetusto e romantico San Paolo contro la spinta leggendario ed affascinante San Mames.
Incentrando il discorso su tematiche tecnico-tattiche, come ho avuto modo di leggere in numerose interviste, il Napoli dal punto di vista dei valori tecnici è una spanna superiore ai Rojiblancos, ma come precedentemente detto, queste sono partite che si giocano sulla cattiveria agonistica, sulla voglia di vincere e sulla spinta che verrà dagli spalti.
Permettetemi di dire non c’è nessun San Mames che possa reggere la forza d’urto del tifo partenopeo.
Ma si sa: i tifosi vogliono i nomi, hanno bisogno di riferimenti, per cui, analizzando più concretamente il 4-2-3-1 di Valverde voglio concentrare la mia attenzione sui due giocatori chiave dell’Athletic Bilbao.
Iturraspe, mediano grintoso e con discreto piede, capace di dettare i ritmi di gioco della squadra basca, deve essere arginato al meglio dal nostro leone svizzero che dovrà dare equilibrio e copertura a tutta la squadra.
Coach Benitez dovrà, però, anche contenere l’estro di Iker Muniain.
Il folletto basco, che i compagni di squadra hanno soprannominato “Bart Simpson”, gioca esterno alto a sinistra e personifica il talento in versione basca del nostro scugnizzo di Frattamaggiore.
Muniain possiede già una discreta esperienza internazionale pur avendo 22 anni e dovrà essere arginato con grande cura da Maggio e raddoppiato nelle incursioni centrali a turno da Inler e Albiol.
Particolare attenzione, gli uomini di Benitez dovranno prestarla alle palle inattive, vero punto di forza degli spagnoli che possono contare sui centimetri dell’ariete Aduriz e su quello dei centrali difensivi di scuola basca Laporte e Gurpequi.
Clima tattico predominante che Benitez e il suo staff cercheranno di preparare al meglio è di sicuro la concretizzazione delle ripartenze che l’Athletic sarà costretto a concedere per non snaturare il suo gioco che prevede a turno continui inserimenti sulle fasce degli esterni bassi.
Ed è qui che i vari Callejon, Hamsik, Insigne o Mertens avranno il compito di mettere in difficoltà la difesa basca per servire al meglio “il giustiziere dei Rojiblancos” Higuaín, autore di ben 8 gol nelle 10 partite disputate in carriera contro gli spagnoli.
Inoltre, il folletto belga, a nostro avviso, seppure in ritardo di condizione, anche se dovesse subentrare a partita in corso, sarà il calciatore che potrebbe spostare l’ago della bilancia a favore degli azzurri.
Tuttavia, per quanto “la Cathedral” possa fungere da serbatoio pronto a sviscerare grinta e trasporto, nulla può al cospetto della feroce veemenzainsita nell’urlo “The Champions!”
Ed è soprattutto questo a legittimare la convinzione che il 28 agosto saremo a Nyon a goderci il sorteggio.
Davide Martino e Giovanni Savino