Bastano pochi e folli attimi ad uomo per strapparsi dal petto l’amore primordiale che, da sempre, gli irradia il cuore e conferisce le motivazioni e le emozioni più sincere e sconfinate alla sua stessa vita.
Bastano pochi e folli attimi ad un padre per tramutarsi in un orco bruto, spogliarsi di carezze affettuose ed accorate premure per impugnare le più ferine e brute armi della violenza.
Questo è quanto accaduto oggi, poco dopo le 14, a Collemarino, una frazione di Ancona.
Un raptus improvviso. Tre coltellate, di cui una fatale al cuore.
E’ così che ha perso la vita la piccola Alessia, 18 mesi, uccisa dal padre, Gianluca Giustini. La bimba si trovava nella culla quando il padre, un macchinista delle Ferrovie, l’avrebbe colpita con violenza. Al momento del delitto, il 34enne era da solo con la figlioletta, mentre la moglie, Sara Bedini, di 32 anni, infermiera nell’ospedale di Torrette, si trovava fuori, forse al mare, con l’altra bambina di 4 anni e mezzo e i propri genitori.
Sarebbe stato proprio il marito ad avvisarla al cellulare di quanto era accaduto: “Ho fatto un casino”, le avrebbe detto. La donna si è precipitata a casa insieme al padre, che ha preso la bimba tra le braccia ed è sceso in strada, dove nel frattempo era arrivata un’ambulanza del 118.
Inutili si sono rivelati i tentativi dei sanitari di rianimarla sul posto, per Alessia non c’era più nulla da fare. Giustini è stato subito fermato dai carabinieri, che lo hanno portato via facendolo passare per il garage, sottraendolo così alla furia delle persone accorse sul luogo della tragedia.
Sotto casa si è subito radunata una piccola folla di amici e parenti, che ha cercato di consolare la nonna materna della piccola, sconvolta, affronta e sconcertata dall’accaduto.
I vicini descrivono Gianluca e Sara come una coppia serena, senza particolari problemi.
Nessuno sa quindi spiegarsi che cosa sia scattato nella mente di Giustini. Forse neanche lui.
Di certo, imprimere tre coltellate in un corpo all’interno del quale scorre il tuo stesso sangue è molto di più di un “casino”.