Muore all’età di 63 anni uno dei pilastri più brillanti, amati, versatili e geniali della storia del cinema: Robin Williams.
Soffriva di depressione, l’attore è stato trovato morto nella sua casa di Tiburon, nella zona della baia di San Francisco in California, in quello che dallo sceriffo della contea è stato definito un apparente suicidio provocato da soffocamento, ma saranno necessarie ulteriori indagini per conferire assoluta certezza a questa ipotesi.
Una morte che irrompe come un lampo di macabra tristezza nel mite e spensierato cielo d’estate e che ha lasciato il mondo intero attonito e sbigottito.
Se ne è andato proprio lui: “Peter Pan”, “Mrs. Doubtfire”, ” il professor John Keating de “L’attimo fuggente” giusto per citare alcuni tra i più famigerati personaggi ai quali l’encomiabile mimica espressiva di Robin Williams ha conferito corpo, voce e celebrità e, di contro, grazie a loro, ha acquisito fama, stima e consensi da parte dell’intera popolazione mondiale.
Perché è stato un attore al quale vanno riconosciuti tanti meriti, in primis, quello di riuscire a trasmettere emozioni profondamente diverse ad un pubblico variegato: Robin era uno di quelli che riescono a mettere d’accordo tutti.
Eppur non basta.
Troppo frequentemente accade che quelli che nel nostro immaginario percepiamo come veri e propri miti in carne ed ossa, in realtà, patiscano il peso di giorni tormentati nella vita ordinaria e tutt’altro che a base di caviale, spensieratezza e champagne. Incomprensibile risulta a noi “comuni mortali” come sia possibile che coloro che “hanno tutto” possano decidere di metter fine alle loro pene così, nella triste desolazione di una solitaria stanza.
Saranno il tempo e chi di dovere a stabilire se realmente il talentuoso attore americano abbia volutamente deciso di uscire definitivamente di scena avvolto in un lenzuolo bianco, l’unica certezza che possiamo abbracciare è che il mondo piange la scomparsa di un talento tanto unico quanto irriproducibile.