I media stanno più o meno documentando la drammatica situazione nella quale imperversa il popolo palestinese.
Eppure è attraverso i “canali ufficiosi” che giungono le notizie più crude.
Su Facebook più volte è stato diramato un video-shock che documenta agghiaccianti ed inequivocabili immagini: i soldati israeliani seppelliscono vivi i bambini palestinesi.
Seppure non ci siano dati ed elementi oggettivi ed ufficiali che accreditino l’attendibilità delle immagini – e con loro – la concretezza della notizia di cui si fanno portatrici, di certo, concedersi il beneficio del dubbio, risulta tato lecito quanto sensato.
Quindi, cosa sta succedendo veramente in Palestina?
C’è molta disinformazione, perché polizia ed esercito israeliano non consentono ai giornalisti indipendenti di fare il loro mestiere.
Fanno notizia soprattutto gli attacchi suicidi, ma quando vengono massacrati civili palestinesi l’attenzione dell’informazione si abbassa. E se trapela qualcosa dalla cortina di disinformazione i sionisti sono abilissimi nello stracciarsi le vesti contro la “faziosità” dei mass media “anti-israeliani”.
Così è passata anche in sordina l’accusa di crimini di guerra mossa, il 4 novembre, da Amnesty International contro le Forze di difesa israeliane (Ifd).
Il rapporto ha documentato decine e decine di casi di assassinii a sangue freddo, uso di civili come scudi umani, torture, blocco dell’assistenza sanitaria e demolizione arbitraria di case, tutti commessi dai militari ebrei.
Tra gli episodi, nel rapporto viene documentato l’impressionante sterminio di una famiglia, sepolta nella demolizione della sua casa, il 5 aprile a Jenin. Inutilmente gli occupanti hanno cercato di uscire mentre le ruspe si abbattevano sulle pareti: i soldati sparavano su chi tentava di salvarsi. Dieci persone, quasi tutti bambini, sono rimaste agonizzanti per sei giorni sotto le macerie dell’abitazione abbattuta dai bulldozer. I militari hanno impedito l’arrivo dei soccorritori, alla fine solo in due si sono salvati. Un sistema di “colonizzazione” che, denuncia Amnesty, sta facendo centinaia di morti e migliaia di senza tetto.
“Sia a Jenin che a Nablus – si legge nel rapporto – le Idf hanno distrutto abitazioni ancora abitate, dando un preavviso inadeguato o non dandolo affatto prima che le case venissero abbattute. In seguito non hanno preso misure per soccorrere persone intrappolate sotto le macerie, impedendo inoltre di prestare soccorso”. Il rapporto ha confermato quanto giˆ si sapeva sulla disumanità dei soldati con la stella di David: “I soccorsi medici vengono bloccati per giorni, sparando direttamente contro le ambulanze. Gli autisti sono minacciati o arrestati. In diversi casi persone muoiono per mancanza di cure mediche”.
Un altro crimine ignorato dall’informazione occidentale è stato documentato addirittura dalla testimonianza di un alto ufficiale della riserva israeliano.
II 30 luglio, il colonnello Moshe Givati ha accusato i coloni ebrei di aver scatenato, due giorni prima, un “pogrom” e “senza alcuna provocazione” a Hebron (Cisgiordania). Un folto gruppo di coloni armati fino ai denti, reduci dal funerale di un sergente caduto in uno scontro a fuoco, ha assalito una casa di palestinesi sparando all’impazzata e massacrando una ragazza di appena 14 anni.
“Ho visto tutto da distanza ravvicinata”, ha testimoniato il colonnello: “Si è trattato di un crimine a sangue freddo senza alcuna giustificazione”.