Quello che ci spinge a sederci davanti ad un foglio bianco da riempire di parole, rincorrendo le più consone da afferrare per esprimere le emozioni, lo stato d’animo e i sentimenti che vivono dentro di noi è un compito complesso, difficile ed anche un po’ doloroso, ma ne vale la pena.
Abbiamo creato “Il Vrenzolario” per gioco, per divertimento, senza troppe aspettative e senza prenderci troppo sul serio.
Mai avremmo immaginato che sarebbe riuscito, ben presto, a fungere da aggregatore sociale di quasi 100.000 anime.
100.000 è un numero talmente elevato e così al di sopra delle nostre aspettative che facciamo perfino fatica a percepirlo come reale, perché non è ipotizzabile che 100.000 persone si riuniscano in una stanza o intorno ad un tavolo per chiacchierare, condividere momenti di aggregazione e soprattutto ridere.
Tutti, proprio tutti, insieme.
Ridere sempre, ridere tanto.
100.000 bocche che ridono all’unisono devono produrre un fragore talmente intenso da rischiare di spaccare i timpani.
Eppure, da quando questa pagina esiste, tante, troppe volte, le nostre risate sono rimaste strozzate in gola da notizie tragiche che avevano come sfortunati protagonisti ragazzi come noi, figli di Napoli come noi e che forse con il loro like hanno saputo finanche conquistare un posto nella “tribù del Vrenzolario” e concorrere alla sua stessa crescita.
Ciro, Salvatore, Ivan.
Nomi comuni che volano nell’immensità del cielo, legati ad un palloncino, all’interno del quale sarà eternamente racchiusa la loro triste storia, quella che ci ha spento il sorriso ed incupito il cuore.
Al cospetto della morte, non si può e non si deve ridere e per questo ci siamo visti costretti dallo stato d’animo che ci scorreva lungo l’anima a sospendere la pubblicazione dei post sulla pagina.
In quei momenti, più che mai, abbiamo percepito quanto quelle 100.000 persone non siano soltanto dei freddi e virtuali numeri, ma dei cuori, immensi, semplici, capaci di emozionarsi esattamente come noi, al cospetto del velo di tristezza che abbraccia Napoli, in quei giorni in cui, dal cielo gronda un’incredibile tristezza, anche se non piove.
Attraverso questa pagina ed ancora di più, grazie a quei 100.000 cuori, stiamo imparando a conoscere e comprendere delle sfumature per noi inedite ed inesplorate che appartengono all’indole di questo popolo, ma abbracciate dall’umanità tutta, perché, uno degli aspetti dei quali siamo più orgogliosi è quello di essere riusciti ad unire i napoletani, i campani a cittadini del Nord e perfino di altre nazioni.
E quella risata “univoca”, frutto della fusione di quelle 100.000 voci, ci consegna un forte ed importantissimo messaggio: estendere questo piccolo senso di aggregazione alle grandi realtà, a quelle più serie, non solo è auspicabile, ma può essere possibile.
Ed ancor di più, “a noi del Vrenzolario” risulta chiaramente percepibile che erra chi sostiene che Napoli sia una città senza speranza, perché i napoletani rappresentano l’humus dal quale può germogliare non una città, ma un mondo, diverso e migliore.
Infinitamente grazie… A tutte quelle 100.000 splendide anime!
Gli admin de “Il Vrenzolario”