Nel nostro immaginario assumono le invulnerabili spoglie degli eroi, perché “vincono sempre” e si rivelano incessantemente capaci di collezionare gesta encomiabili ed ammirevoli.
Sono i miti dello sport, quello che hanno conquistato un titolo, un record, un prestigio, una fama tali da garantirgli un posto da caposaldo nell’Olimpo degli Dei.
Michael Schumacher, o più cordialmente Schumi, quel ragazzo che, pilotando la sua sagace ed intrepida guida spericolata, ha inciso il suo nome a marcate lettere sulle piste di Formula Uno dell’intero pianeta è, senza dubbio, uno di quei “miti terreni” che con le sue ultraterrene gesta ha concorso ad arricchire gli almanacchi della storia dello sport.
Ed è anche per questo che dopo il tragico incidente nel quale è rimasto coinvolto lo soccorso 29 dicembre, in seguito ad una caduta su una pista, non automobilistica, ironia del beffardo destino, ma sciistica, si fatica ad immaginarlo prima in coma ed ora immobilizzato e costretto a comunicare avvalendosi esclusivamente del movimento degli occhi.
Ma è vivo.
E questa è la lieta certezza che rompe ed accantona gli strazianti giorni in cui le sorti del sette volte campione del mondo di Formula uno e della sua famiglia erano effettivamente appesi ad un filo.
Schumi, adesso, dovrà andare incontro ad una lunga fase di riabilitazione, in un luogo che, al momento, viene opportunamente tenuto segreto, onde evitare che quello che è un capitolo strettamente privato di un personaggio pubblico, venga tramutato in una sorta di “reality show del cattivo gusto” da parte dei media.
Secondo alcune indiscrezioni, si starebbe ipotizzando l’utilizzo di un rivoluzionario microchip studiato da medici croati che potrebbe aiutare lo sportivo gravemente ferito a camminare e parlare nuovamente, nel frattempo, i medici della clinica svizzera che ospita Schumi sperano di vederlo seduto su una sedia a rotelle elettronica che può controllare tramite la bocca, nel giro di poche settimane.
“I ringraziamenti della famiglia vanno anche a le persone che hanno inviato a Michael auguri di guarigione. Cosa che ha certamente aiutato. Per il futuro, chiediamo la massima comprensione affinché il suo ulteriore periodo di riabilitazione si svolga non sotto i riflettori.”
Queste le uniche dichiarazioni ufficiali da parte della famiglia Schumacher, unitamente ad un ringraziamento accorato all’equipe medica che, fin dagli attimi immediatamente successivi alla sciagura, si sono presi cura del pilota tedesco in maniera ineccepibile.
Straziante e spiacevole per la famiglia dover costantemente respingere l’incalzante invadenza di flash e taccuini, al pari di quanto dovrebbe risultare esserlo per coloro che, in Michael Schumacher riconoscono, ancora e nonostante tutto, un mito e fortemente si augurano di vederlo presentarsi spontaneamente al cospetto dei microfoni, ben saldo sulle sue gambe, pronto a replicare personalmente alle domande dei giornalisti.
Non è utopistico auspicare che accada, bensì lecito aspettarsi l’ennesima sbalorditiva “gara da fenomeno”, da parte di un eroe vero dello sport come Schumi.