24 luglio, è la notte in cui il Reggae Style sbarca a Solofra.
L’ingestibile attesa che infervorava l’anima del popolo avellinese, nei giorni, nelle ore e negli attimi che precedevano il concerto era palpabile attraverso gli innumerevoli messaggi inviati alla band attraverso i social network.
Attesa ampiamente ripagata, ricompensata ed appagata da Jovine che anche ieri sera Jovine ha fatto il suo dovere, regalando una serata di festosa euforia all’esercito di contrabbandieri affamati del suo reggae, accorsi numerosi ed armati di esoso entusiasmo, per rispondere “presente” alla chiamata alle armi del “Comandante delle loro anime”.
Un fiume di emozioni che nasce dalle spiagge e si espande fino ai monti, non disdegnando di accarezzare le fracassose metropoli.
Questo è il tour di Jovine, questo è quel moto che ne determina il cammino, capace di sovvertire le stagioni ed eludere tempi e tempistiche, insito nella sua musica, che appartiene alla sua musica.
Stamattina, l’energia di Jovine ha fatto irruzione nelle nostre vite per consegnarci l’ennesima novità, prima ancora che la macchinetta del caffè eruttasse la razione giornaliera di carica e buon umore.
Oggi è sbocciato sul web, il video del quarto singolo dei Sangue Mostro, estratto dall’ album “Cuo-Rap”.
“Non ci sono se” è il risultato finale della collaborazione, o meglio, della sinergia d’intenti tra la band e Jovine e il “se” è davvero l’unica cosa che manca ad una melodia maledettamente accattivante ed estiva, contraddistinta da un sound fresco, orecchiabile e sfrontato, a base di rap e verità, rime e sincerità, musica ed emozioni fugaci, masticate con solerte rapidità, alle quali si fatica a star dietro, esattamente come avviene nella vita reale, quella che ci appartiene, quella disegnata all’interno di questa canzone.
E poi c’è la serenità, volitiva, energica, speranzosa, determinata, iridescente, personificata dalla voce di Jovine, quella che irrompe all’interno del brano attraverso il suo inconfondibile timbro, incastonandovi un appiglio di radiosa fantasticheria, edificando quel gradino che rappresenta lo step dal quale ripartire, dopo un qualunque, eppur sempre sofferto, addio.
Il frammento di vacanze che intercorre e risuona nei pensieri e nella vita di ognuno di noi, piccoli drammi quotidiani che si dissolvono in lacrime, masticate con rabbia e capaci di lasciare l’amaro in bocca per molto, talvolta, troppo tempo: questo è ciò che trasuda dal leitmotiv di “Non ci sono se” e che consegna un imperativo imprescindibile al quale ancorare le nostre più o meno tortuose vite, la nostra più o meno problematica esistenza, la nostra più o meno trafficata routine, l’unico al quale rifarsi per immortalare l’estate nell’anima: questa vita non aspetta chi si piange addosso.