Oggi è trascorso un mese da quando il tuo cuore ha spento quella labile luce di speranza che animava il desiderio di vederti ritornare alla vita, alla tua vita di ragazzo normale, bisbigliato nelle preghiere dei tuoi cari, ma anche in quelle di chi, prima di quel tragico giorno, non ti aveva mai conosciuto, eppure, dopo quel giorno, tante volte ha intrecciato le mani per confezionare un “Ave Maria” o un “Padre Nostro” all’interno del quale era cucito il tuo nome e da quel giorno, non ha potuto fare altro che volerti bene, stare in pena per te, informarsi sulle tue condizioni: sapere se stavi bene, se miglioravi, proprio come avviene quando, a lottare tra la vita e la morte, è una “persona del cuore”.
E questo è ciò che seguiterai ad essere, è così che il tuo ricordo rimarrà vivo anche dentro chi il tuo sguardo, in giro per le strade di Scampia, non lo ha mai incrociato né ha mai udito il timbro della tua voce, eppure ha pianto commosse lacrime, proprio per non aver avuto “una seconda opportunità” per colmare questa lacuna.
Ancor di più, quell’opportunità, l’avresti meritata tu, perché non si muore così, non si può morire così, perché eri “nu brav’ guaglione”, nato e cresciuto lì dove si fa più fatica ad esserlo.
Oggi dovresti essere insieme ai tuoi “fratelli di passione”, malati cronici di quell’amore che ti scorreva nelle vene e che ha rappresentato la tua stessa condanna, a fare la fila per accaparrarti, anche quest’anno, anche per questo campionato, l’abbonamento che ti assicurava un posto in gradinata.
Invece, quest’anno, le gesta del tuo amato Napoli, le guarderai da lassù, al di sopra di tutto e di tutti.
Oggi, alla tua meravigliosa mamma, consegneranno quella medaglia al valore civile che fa di te un eroe.
Eppure, non basterebbe tutto l’oro del mondo per colmare il vuoto che hai lasciato nel suo cuore, nei suoi giorni, nella sua vita.
In quei cuori in cui continua a vivere il tuo ricordo e attraverso il quale continui a vivere, sei un eroe, non perché ti hanno dato una medaglia, bensì per quanto forte è il messaggio che traspare dal tuo nome, per quante emozioni è ancora in grado di sortire il tuo sorriso e soprattutto per tutto quello che da quel tragico giorno, in cui hai fortemente voluto seguire la strada che ti indicava il cuore, inconsapevole del tragico destino al quale saresti andato incontro, hai saputo mostrarci, insegnarci, trasmetterci.
Sei un eroe perché, senza di te, il calcio non vorrà mai più essere lo stesso di prima.
Questa è la promessa che nasce da quei cuori nei quali batte ancora il tuo sorriso e s’innalza verso il cielo. Lì dove puoi afferrarlo, lì dove tutto diventa immenso e, pertanto, dovrà essere udito da tutti, proprio da tutti.
Perché, lassù, la tua anima merita di respirare a pieni polmoni quella serenità che troppo presto e troppo ferocemente gli è stata strappata. Quella serenità che può esserti consegnata solo e soltanto da una semplice, ma imprescindibile parola: “giustizia”.
Questa è la speranza che vive, insieme al tuo ricordo, in quei cuori che, con lo sguardo rivolto verso il cielo, non si stancheranno mai di cercare il tuo sorriso, disegnato tra le nuvole.
Napoli non dimentica, Scampia non dimentica.
Riposa in pace, eroe.