Nel mondo più di 125 milioni di bambine e donne, secondo i dati Unicef, sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili. Una donna su cinque cha hanno subito queste mutilazioni, vive in Egitto. Nei prossimi dieci anni 30 milioni di bambine rischiano ancora di subire questa pratica. Anche Somalia, Guinea, Gibuti registrano una alta prevalenza di mutilazioni con più di 9 donne e bambine su 10 tra i 15-49 anni sottoposte. Purtroppo non vi è stato alcun calo significativo in paesi come Ciad, Gambia, Mali, Senegal, Sudan o Yemen.
Mutilazioni genitali per tutte le donne del ‘califfato’.
Questo è l’ultimo ordine arrivato dal leader dei jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), Abu Bakr al-Baghdadi.
Attraverso un breve comunicato, infatti, i jihadisti affermano che la pratica è stata imposta dal profeta Maometto e riportano un elenco di suoi ‘hadith’ – “i detti” -, che a loro dire contengono questo ordine.
Il comunicato che risale ad alcuni giorni fa è l’ennesimo che riguarda le donne dopo quello che impone il ‘jihad del sesso’ (vale a dire, concedere le ragazze vergini della propria famiglia ai jihadisti) e quello che impone la segregazione dei sessi nelle università. Mentre negli altri comunicati si faceva riferimento a Mosul, città irachena controllata dall’Isil, in quello sulle mutilazioni genitali si fa un esplicito riferimento ad Aleppo, nel nord della Siria.
L’ordine di Abu Bakr al-Baghdadi di infibulare tutte le ragazze e le bambine presenti sul suolo iracheno al fine di allontanarle dalla prostituzione e dal peccato è l’ennesimo, atroce ed inverosimile capitolo di uno dei libri più inumani della storia dell’umanità stessa.
Secondo la giornalista e scrittrice Italo-marocchina Souad Sbai “almeno 28 ragazzine hanno già patito questa sorte nei giorni scorsi. Una notizia che rivela, ancora una volta, quanto pericoloso sia, nella sua follia, questo personaggio a cui l’Occidente continua colpevolmente a lasciare mano libera. Dopo le lapidazioni di due donne, ora l’orrenda e disumana volontà di infibulare tutte le donne irachene. In Europa nessuno ha notizia di questo – conclude la Sbai – ma i media arabi e le associazioni di donne arabe ne parlano in maniera preoccupata: la comunità internazionale non può rimanere a guardare, nell’attesa che si compia questo crimine orrendo contro l’umanità”.
Fonte: adkronos