Giorgio De Chirico fu una delle figure più controverse e più significative di tutto il Novecento. Scrittore, scenografo, scultore e, soprattutto, pittore geniale e prolifico, sconcertò i critici propugnando l’importanza di un ritorno al classico e alle tecniche tradizionali in un panorama artistico dominato dalle cosiddette Avanguardie, movimenti culturali e artistici accomunati dalla tendenza alla negazione e al nichilismo di ogni legame con la tradizione e i valori del passato.
La scelta di “copiare” i dipinti degli antichi maestri e i continui attacchi mossi nei confronti dell’arte moderna, indussero molti a credere che l’artista, greco di nascita e tedesco di formazione, fosse ritornato al conservatorismo artistico. Egli in realtà era alla ricerca di una propria forma espressiva, di un linguaggio autonomo, “metafisico” , talmente nuovo da essere avulso dal contesto delle Avanguardie.
Fu questa una delle ragioni di fondo che resero difficile per la cultura italiana accogliere ed assimilare la sua proposta intellettuale , il suo “fare pittorico”. Il suo atteggiamento intransigente nei confronti della critica fece il resto. Soltanto dopo la sua morte, avvenuta il 20 novembre 1978, molti critici rivalutarono il nutrito corpus delle sue opere accettandole come espressione di una personalità artistica di grande talento, pur se enigmatica.
Tuttora non finisce di stupire il grande Giorgio De Chirico tanto che a 36 anni dalla morte vengono alla luce – insieme agli innumerevoli falsi – altre 160 opere inedite o comunque sconosciute agli studiosi, raccolte in un nuovo Catalogo generale edito per i tipi della Maretti Editore.
Introdotto da un saggio di Claudio Strinati, il volume – il primo di almeno altri 4 – raccoglie il frutto di anni di lavoro della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico e si propone di portare a termine la catalogazione dell’imponente produzione del maestro a 27 anni di distanza dallo storico Catalogo generale curato da Claudio Bruno Sakraischik (ormai introvabile) che era arrivato ad autenticare 2.600 quadri di De Chirico.
In questo primo volume del Catalogo generale della Maretti ci sono 450 opere datate tra il 1912 e il 1976, non comprese nel catalogo di Sakraischik. Di queste, 290 sono corredate di bibliografia mentre altre 160 risultano allo stato inedite e pressoché sconosciute agli studiosi.
Per gennaio 2015 è previsto un secondo tomo , con altre 450 opere, seguito poi da un terzo e da un quarto per la fine del 2015. Tutto questo per ”fornire agli studiosi e ai collezionisti un importante ed esaustivo strumento di consultazione, di confronto e di lavoro” . Ma anche , sottolinea il presidente della Fondazione De Chirico, Paolo Picozza, ”per cercare di arginare il fenomeno sempre ricorrente dei falsi”. Fenomeno questo già esistente quando l’iniziatore della Pittura metafisica era ancora in vita.