Il“gigante buono” saluta Napoli.
È stato reso ufficiale il ritorno di Reina al Liverpool e così le fioche speranze che animavano cuori e sogni azzurri che a difendere la porta del Napoli fosse ancora il portiere spagnolo, si sono del tutto affievolite per effetto delle dichiarazioni rilasciate direttamente dall’ormai ex estremo difensore partenopeo: “Ho un contratto di due anni e sono entusiasta della cosa. Per me non sarà come ricominciare da zero, sono stato via un solo anno. Sono contento di essere tornato, qui tutti mi hanno sempre trattato bene “.
Al Napoli adesso spetta l’arduo compito di colmare il vuoto, tecnico ed umano, sortito da questo triste addio.
Reina, infatti, nel corso della stagione in cui ha vestito la maglia azzurra, non ha solo dimostrato di essere un portiere affidabile, prodigioso, esperto, abile come pochi nei rilanci e nel giocare la palla con i piedi, capace, anche e soprattutto di imprimere sicurezza all’intera linea difensiva, ma ha palesato anche rinomate e spiccate doti da leader, rivelandosi un goliardico e genuino uomo spogliatoio, uno di quelli che sa sempre quando è il momento di dispensare una strigliata o una pacca sulle spalle.
Ironico, giocherellone, a dispetto di quella sontuosa e possente stazza che gli conferisce un aspetto serioso ed intrepido, in netta distonia con la reale essenza della sua anima, difficilmente i supporter azzurri dimenticheranno le sue festose esultanze allorquando Gonzalo e company hanno siglato gol topici e decisivi.
Un intrepido guerriero, capace di lasciarsi trascinare da incontenibile e sincera euforia, con la medesima ed ingenua spontaneità di un bambino.
Per tutte queste ragioni, l’intero ambiente partenopeo, stranamente d’accordo e all’unanimità, come accade assai di rado all’ombra de Vesuvio e soltanto al cospetto di indiscussi campioni, auspicava che la conferma di Reina fosse il primo, grande acquisto del mercato estivo targato 2014/15.
Così non è stato e non resta che sperare che chi verrà chiamato a raccogliere una tanto onerosa eredità, si riveli altresì abile a non far rimpiangere il suo predecessore.
Onore a chi onora la maglia azzurra, sempre e per sempre… In bocca al lupo, gigante buono.