La Campania si trova oggi ad affrontare una duplice sfida in materia di criminalità: da un lato il contrasto alla micro‑criminalità urbana e alle devianze giovanili, dall’altro la forte presenza di fenomeni strutturati legati alle ecomafie e ai reati ambientali.
Per quanto riguarda la provincia di Napoli, i dati del 2024 evidenziano una lieve flessione nei delitti complessivi denunciati, segno che gli interventi di controllo stanno avendo effetto. Nello specifico, tra Napoli e provincia sono stati denunciati circa 120.262 delitti, con un calo del 4,17% rispetto al 2023. Gli omicidi volontari si sono ridotti del 9,68% (28 casi registrati), i furti complessivi sono stati 56.110, in calo del 6,02% e le rapine 2.479, in diminuzione del 17,75% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nel medesimo periodo le estorsioni denunciate sono aumentate del 9,60% (868 casi), segnalando che sui reati più radicati e di tipo predatorio la difficoltà persiste.
Dal punto di vista dell’attività investigativa il 2024 ha visto il comando provinciale dei Carabinieri di Napoli effettuare 3.880 arresti e segnalare 13.802 denunce nel corso dell’anno, con sequestri consistenti: circa 31 tonnellate di droga, 230 armi da fuoco (contro le 155 del 2023), 300 armi da taglio (contro 172) e 106 armi improprie. Questi dati confermano che, sebbene alcune tipologie di reato siano in diminuzione, permangono sacche significative di illegalità legata al traffico di stupefacenti, al possesso di armi e alle attività dei sodalizi criminali.
Per quanto riguarda la Campania nel suo complesso, un rilievo particolare meritano i reati ambientali e quelli legati alle ecomafie. Il rapporto della Legambiente segnala che nel 2023 i reati ambientali accertati nella regione erano 4.952, con un incremento del +23% rispetto al 2022 e una media di 13,5 reati al giorno. Tra le province, quella di Napoli guidava con 1.494 reati segnalati. Nel 2024 la crescita prosegue: i reati ambientali salgono a 6.104 (+23% rispetto al 2023) nella regione, con la provincia di Napoli che registra 2.313 reati. Inoltre, la Campania guida anche la classifica nazionale degli abusi sulle coste e del ciclo illegale del cemento: nel 2024 sono 1.840 i reati accertati sulle coste regionali, pari al 17,8% del totale nazionale.
Un altro dato significativo riguarda i reati “spia” – estorsioni, usura, frodi informatiche, riciclaggio – che sono indicatori dell’infiltrazione della criminalità organizzata. Nel 2024 in Campania sono stati segnalati 27.110 reati spia, con la città metropolitana di Napoli che da sola registra 15.550 casi (circa il 57% del totale regionale). Nella sola Napoli metropolitana: 956 estorsioni, 26 casi di usura, 172 casi di riciclaggio e impiego di denaro, 12.646 casi di truffe e frodi informatiche e 1.750 delitti informatici.
Dal confronto di questi dati emergono alcune linee chiave.
In primis, la diminuzione dei reati denunciati complessivamente a Napoli suggerisce che le strategie di controllo e repressione stanno avendo un impatto, ma non in modo uniforme: mentre furti e rapine calano, reati più strutturati come l’estorsione e i traffici illeciti restano alti. La concentrazione dei reati ambientali in Campania – e in particolare nella provincia di Napoli – segnala che il crimine “economico” e “organizzato” è una criticità rilevante, richiedendo non solo interventi di polizia ma politiche di prevenzione e governance territoriale. Infine, la quantità rilevante di reati informatici e “spia” a Napoli mostra come il tessuto criminale si stia evolvendo, spostando parte della sua attività verso modalità più sofisticate, che sfuggono ai modelli tradizionali.
Le implicazioni operative sono chiare: le forze dell’ordine e gli enti di controllo devono rafforzare la capacità di intervento in ambiti che richiedono competenze interdisciplinari – dalla cyber‑crime all’ambiente, dagli stupefacenti all’usura – e garantire un presidio capillare sui territori vulnerabili. Inoltre, il ridotto numero di reati denunciati in alcune aree può anche indicare una sotto‑denuncia, cioè la presenza di sacche di illegalità che non emergono ufficialmente, aspetto che nel Mezzogiorno va tenuto attentamente in considerazione.
In conclusione, Campania e Napoli presentano un quadro complesso: da un lato segnali positivi di riduzione di alcune tipologie di reato, dall’altro persistono e in alcuni casi crescono fenomeni gravi e strutturati. Per il 2025 sarà cruciale consolidare i risultati ottenuti, estendere le misure preventive e rafforzare la resilienza sociale e istituzionale, al fine di ridurre non solo le denunce, ma la reale presenza del fenomeno criminale nei territori.










