Le autorità europee della salute — in particolare la European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e la European Food Safety Authority (EFSA) — segnalano un “outbreak prolungato, transfrontaliero” attribuito al sierotipo ST2559 della Salmonella Strathcona, tra il 1º gennaio 2023 e il 30 settembre 2025 sono stati confermati 437 casi in 17 paesi UE/EEA. 
Le nazioni più colpite: Italia (123 casi), Germania (113 casi), Austria (76 casi). 
Le indagini indicano che il veicolo alimentare probabile siano i pomodorini — in particolare piccoli pomodori provenienti dalla Sicilia — e che è stato rilevato il ceppo anche in acqua di irrigazione in un sito produttivo in Sicilia. 
L’ECDC sottolinea che “i pomodori rimangono il principale veicolo alimentare in diverse indagini per questa epidemia” e che “recenti indagini in Austria (2025) hanno identificato pomodorini dalla Sicilia come fonte di infezione”. 
Le posizioni contrapposte
Da un lato, le agenzie europee e italiane della sicurezza alimentare insistono sul fatto che c’è un’evidenza epidemiologica, microbiologica e di tracciabilità che punta verso la filiera del pomodorino siciliano come fonte. 
Dall’altro lato, la regione Sicilia e il Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino contestano fortemente l’ipotesi. Ad esempio, il presidente del Consorzio ha dichiarato che “dai nostri associati nessuna segnalazione di salmonella” e che se ci fosse un problema “ce ne saremmo accorti”. 
Quali sono le evidenze più rilevanti
Il documento “Rapid Outbreak Assessment” congiunto ECDC-EFSA indica che in Italia, Austria e altri paesi il ceppo ST2559 è stato trovato in pomodorini collegati ai casi.
In un campione di acqua di irrigazione presso un sito di produzione in Sicilia è stato rilevato il ceppo incriminato. Questo rafforza l’ipotesi che l’ambiente (acqua, suolo, fertilizzanti) possa essere veicolo di contaminazione.
Le indagini mostrano che si tratta di un fenomeno di lunga durata (dal 2011 risalgono focolai di S. Strathcona) e che le analisi genomiche suggeriscono una fonte comune persistente.
Le criticità e le incertezze
Pur essendo forte l’ipotesi dei pomodorini siciliani, le autorità europee sottolineano che non è ancora confermato in tutti i casi che sia quel prodotto la causa unica o esclusiva.
Il numero di casi — 437 su 17 paesi in oltre due anni — pur significativo, viene definito “prolungato” ma non esplosivo come può essere in altri contesti. L’impatto percentuale sul totale delle salmonellosi è comunque relativamente basso.
Il settore agricolo e d’origine regionale coinvolto (Sicilia) lamenta rischi per l’immagine, credono che non sia corretta la generalizzazione e richiedono ulteriori verifiche.
Cosa devono sapere i consumatori
Pur restando basso il rischio per il singolo prodotto, è opportuno adottare comportamenti prudenziali nella manipolazione e consumo di pomodori e similari. Ecco alcuni consigli utili:
- Lavare accuratamente i pomodori (anche se si consuma crudo) e preferire varietà che riportino indicazioni chiare sulla filiera.
- Tenere separati alimenti crudi e cotti per evitare contaminazioni incrociate.
- Conservare i pomodori (o ortaggi simili) in modo adeguato: evitare che stazionino a lungo a temperatura ambiente in luoghi caldi.
- Se si preparano insalate o piatti con pomodoro crudo, consumare il prima possibile evitando che rimangano troppo a lungo fuori dal frigo.
- In presenza di sintomi come diarrea, febbre o dolori addominali dopo aver consumato pomodori, consultare un medico e segnalare all’autorità sanitaria.
Implicazioni per la filiera e possibili misure
Le evidenze suggeriscono che le misure di controllo dovrebbero essere rafforzate nella produzione primaria, soprattutto per:
- Il monitoraggio dell’acqua di irrigazione e dei sistemi ambientali nelle aziende agricole.
- La tracciabilità dei lotti di pomodoro — in particolare varietà “ciliegino” o “datterino” che sono frequentemente menzionate nelle indagini.
- Il controllo della manipolazione post-raccolta e della catena logistica, in modo da evitare contaminazioni secondarie.
- Una maggiore collaborazione tra autorità sanitarie, agricoltura e produttori per garantire trasparenza e interventi rapidi in caso di allerta.
Le autorità europee segnalano con forza un legame forte – ma non ancora esclusivo – tra i casi registrati e la filiera siciliana del pomodoro. I produttori locali respingono l’accusa, chiedendo ulteriori accertamenti e garanzie. Nel frattempo, il consumatore può e deve giocare un ruolo attivo adottando semplici pratiche di igiene alimentare.
La vicenda è in evoluzione, e sarà importante seguire gli sviluppi ulteriori dei report dell’ECDC/EFSA e le eventuali azioni di controllo e approfondimento sul campo.
 
  
  
 









