Martedì 11 novembre alle ore 20:45 il Cinema Metropolitan ospiterà l’anteprima per il pubblico di “Nino. 18 giorni”, il documentario dedicato a Nino D’Angelo diretto da Toni D’Angelo, suo figlio. L’evento sarà accompagnato da un incontro speciale con l’artista e il regista.
Prodotto da Isola Produzioni in collaborazione con Rai Cinema, MAD Entertainment, Stefano Francioni produzioni, Di.Elle.O., l’opera è il risultato di una lunga riflessione sul rapporto tra il cantante e il figlio, sul tempo, le radici e le aspettative.
L’anteprima napoletana sarà seguita da una proiezione a Roma, il 17 novembre al Cinema Giulio Cesare. Le prevendite sono già aperte da ieri, 28 ottobre.
Il titolo richiama i diciotto giorni che separarono la nascita di Toni D’Angelo dal ritorno del padre da una tournée a Palermo. In quei giorni, il piccolo Toni nacque lontano da Napoli e il padre non poté subito conoscere il figlio. Quel “ritardo” diventa il pretesto per ricostruire un percorso emotivo, un viaggio interiore e fisico tra concerti, memoria e luoghi dell’infanzia.
Il documentario intreccia riprese dal vivo, materiali d’archivio e momenti intimi, seguendo Nino D’Angelo durante il tour e riportandolo nei luoghi della sua giovinezza — San Pietro a Patierno, Casoria e altri quartieri dove è cresciuto.
La pellicola non è una semplice biografia musicale: è un ritratto intimista, che indaga le ombre, i silenzi, le scelte del successo e i legami familiari. Il regista figlio diventa interlocutore, cronista e complice.
“Nino. 18 giorni” sarà distribuito nelle sale a partire dal 20 novembre, per opera di Nexo Studios, con il supporto di media partner come Radio LatteMiele e MyMovies.
Sarà accessibile — almeno in sala — con sottotitoli e audiodescrizione, per renderlo fruibile anche a persone con disabilità sensoriali.
Negli anni ’80, Nino D’Angelo divenne celebre come “caschetto biondo” con brani come ’Nu jeans e ’na maglietta. Decenni di carriera lo hanno visto misurarsi con musica, cinema e cultura pop, mantenendo un legame con le sue origini.
Il documentario ripercorre quella evoluzione: dai riflettori degli anni ’80 ai cambiamenti di vita, dal trasferimento a Roma alla paternità, fino alle riflessioni sul tempo perduto e sul desiderio di recuperare affetti.
L’anteprima napoletana al Metropolitan diventa più che un evento: è un momento simbolico in cui il pubblico incontra le radici, le nostalgie e la vulnerabilità di un artista che non ha mai negato i suoi natali. Toni D’Angelo compie un atto di restituzione: restituisce la voce al padre, restituisce tempo al figlio, restituisce memoria alla città.
Un’occasione per vedere Nino D’Angelo non solo come mito della musica napoletana, ma come uomo — con luci, ombre, silenzi e desideri — e per celebrare una riconciliazione fra il palco e l’intimità familiare.










