La Global Sumud Flotilla è stata intercettata dalla marina israeliana il 2 ottobre mentre si dirigeva verso Gaza con aiuti umanitari. Tra gli oltre 450 attivisti a bordo, 46 sono italiani, tra cui quattro parlamentari e tre giornalisti. Tutti sono stati trasferiti nel centro di detenzione di Ketziot, nel deserto del Negev. Secondo fonti della Farnesina, tutti stanno bene e sono assistiti dalle autorità consolari italiane.
Chi sono gli italiani coinvolti
Gli italiani a bordo delle imbarcazioni intercettate includono attivisti, giornalisti e politici. Tra i parlamentari arrestati ci sono:
- Arturo Scotto (deputato)
- Annalisa Corrado (eurodeputata)
- Marco Croatti (senatore)
- Benedetta Scuderi (eurodeputata)
Altri italiani coinvolti sono:
- Sara Masi, Federica Frasca, Marco Orefice, Irene Soldati, Gonzalo Nestor Fabian Di Pretoro (a bordo della nave Aurora)
- Emanuela Pala, Luca Poggi (a bordo della nave Grande Blu)
- Barbara Schiavulli, Benedetta Scuderi, Carlo Alberto Biasioli, Jose Nivoi, Marco Croatti (a bordo della nave Morgana)
- Adriano Veneziani, Alessandro Mantovani, Cesare Tofani, Dario Crippa, Giorgio Patti, Manuel Pietrangeli(a bordo della nave Otaria)
- Fabrizio De Luca, Paolo De Montis, Ruggero Zeni, Silvia Severini (a bordo della nave Seulle)
- Nicolas Calabrese (a bordo della nave Sirius)
- Abderrahmane Amajou, presidente di ActionAid Italia, a bordo della nave Paola 1
Cosa rischiano gli arrestati
Secondo le informazioni fornite dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, gli arrestati italiani sono stati trasferiti nel centro di detenzione di Ketziot. Dopo le procedure di identificazione, è stato chiesto loro se desiderano accettare l’espulsione volontaria entro 24-48 ore. Coloro che rifiuteranno l’espulsione volontaria saranno sottoposti a un breve procedimento giudiziario, al termine del quale un giudice dovrebbe decretarne l’espulsione coatta, generalmente entro 72 ore dal decreto.
Un primo gruppo di 26 italiani è stato trasferito all’aeroporto di Eilat per essere rimpatriato con un volo charter. I quattro parlamentari italiani arrestati sono già rientrati in Italia.
Reazioni internazionali
L’operazione israeliana ha suscitato proteste in diverse città italiane, tra cui Roma, Napoli, Milano e Torino. Il principale sindacato italiano, la CGIL, ha indetto uno sciopero generale in segno di solidarietà con gli attivisti arrestati e per condannare quello che considera un attacco a civili inermi. Anche altre città europee hanno visto manifestazioni di sostegno alla causa palestinese.









