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Caldo record, uno studio inglese rivela che questa estate una città italiana è la più colpita in Europa

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
17 Settembre, 2025
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Quanto caldo si può sopportare senza rischiare danni alla salute?
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Secondo una ricerca dell’University College di Londra, nell’estate 2025 l’ondata di calore ha provocato più di 16mila decessi in Europa. Milano guida la triste classifica con oltre 1.100 morti attribuiti alle alte temperature.

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Un’estate segnata dal caldo record lascia dietro di sé un bilancio drammatico. Uno studio pubblicato dall’University College di Londra (UCL) ha stimato che, tra giugno e agosto 2025, in Europa si siano registrati oltre 16mila decessi legati direttamente alle temperature estreme.

Tra le città più colpite figura Milano, che secondo gli esperti avrebbe contato più di 1.100 vittime, un numero che la pone al primo posto nella classifica europea.

La metropoli lombarda, caratterizzata da forte densità abitativa e dall'”effetto isola di calore urbana”, è risultata particolarmente vulnerabile. Le temperature percepite hanno superato in più occasioni i 40 gradi, con notti tropicali che non hanno dato tregua agli anziani e ai soggetti più fragili.

“Milano rappresenta un caso emblematico: la combinazione di caldo estremo, inquinamento atmosferico e scarsa ventilazione naturale nelle aree densamente urbanizzate ha aggravato gli effetti sulla salute pubblica”, spiegano i ricercatori inglesi.

Lo studio evidenzia che i decessi non hanno risparmiato nessuna area del continente: in Spagna e Francia si stimano oltre 3mila vittime ciascuna, mentre Germania e Italia hanno superato le 2.500. Anche nei Paesi del Nord, storicamente meno esposti, si è registrato un aumento inusuale della mortalità.

Gli scienziati avvertono che questi numeri sono destinati a crescere se non verranno adottate misure di adattamento efficaci. “Il cambiamento climatico sta trasformando le estati europee in una minaccia ricorrente. Serve un piano di prevenzione a livello urbano che includa più aree verdi, ombreggiature e sistemi di raffrescamento accessibili”, sottolineano gli autori della ricerca.

Il nostro Paese è tra quelli più vulnerabili non solo per le condizioni climatiche, ma anche per la struttura demografica. L’elevata presenza di anziani, spesso soli e in abitazioni non climatizzate, aumenta il rischio di mortalità durante le ondate di calore. Le autorità sanitarie hanno già annunciato l’intenzione di rafforzare i piani di sorveglianza per le estati future.

Gli esperti ricordano che prevenire significa agire su più fronti: urbanistica, sanità, consapevolezza sociale e riduzione delle emissioni. “Non è solo una questione ambientale, ma una vera emergenza sanitaria che coinvolge milioni di cittadini”, conclude il rapporto.

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