Un agente della Polizia di Stato, in servizio nel Commissariato locale, reparto volante, è stato ritrovato morto in campagna, in un casolare. A fare la scoperta sarebbe stata la moglie, che ha dato l’allarme.
Il suicidio sarebbe avvenuto con la pistola d’ordinanza. L’agente aveva 44 anni, sposato e padre di un figlio, era benvoluto tra i colleghi, descritto come un professionista serio, attivo nel suo ruolo.
La Procura competente è quella di Benevento, che ha disposto accertamenti per chiarire dinamica, motivi, e tutte le circostanze del gesto.
Sono in corso accertamenti medico-legali, compreso esame esterno/obitorio.
Non è chiaro cosa abbia portato l’agente a compiere l’estremo gesto. Secondo quanto riportato da alcuni media locali, l’agente avrebbe lasciato una lettera di scuse indirizzata alla moglie.
La comunità locale di Ariano Irpino è sotto shock. Colleghi, vicini, amici parlano di un professionista serio, dedito, stimato.
La vicenda richiama l’attenzione sul benessere psicologico negli operatori delle forze dell’ordine: il costante stress, l’esposizione a emergenze, il vissuto personale/professionale pesante sono spesso fattori che possono dare luogo a esiti tragici.
Questioni legate alla prevenzione, al supporto psicologico e al riconoscimento della sofferenza sono quindi messe al centro del dibattito.