Un nuovo capitolo di tensione si apre nella crisi israelo-palestinese: la Global Sumud Flotilla for Gaza ha denunciato che una delle sue imbarcazioni principali, la “Family Boat”, è stata colpita da un drone nella notte tra il 8 e il 9 settembre nel porto tunisino di Sidi Bou Said. Secondo gli organizzatori, il drone ha causato un’esplosione con conseguente incendio a ponte e compartimenti sottocoperta, anche se tutti i sei membri dell’equipaggio e passeggeri sono illesi.
Organizzatori della flotilla e figura internazionali, come la relatrice speciale ONU Francesca Albanese, sospettano un attacco da parte di Israele. I video ripresi dalle telecamere di sicurezza a bordo e da un’altra imbarcazione ritraggono chiaramente l’evento.
Autorità tunisine, invece, negano categoricamente l’ipotesi di un attacco esterno. La Guardia Nazionale ha attribuito l’esplosione a un incendio a bordo, forse innescato da giubbotti di salvataggio, escludendo la presenza di droni.
La Global Sumud Flotilla è una spedizione umanitaria di proporzioni senza precedenti: circa 20 imbarcazioni partite da Barcellona il 31 agosto, con attivisti provenienti da 44 nazioni, tra cui Greta Thunberg, intendono consegnare viveri e medicinali per rompere il blocco navale imposto da Israele su Gaza.
La missione segue tentativi simulati o effettivi già avvenuti nei mesi precedenti, tra cui la spedizione con la nave “Handala” a luglio, sequestrata dalle forze israeliane in acque internazionali.
La flotilla ha annunciato l’avvio di un’inchiesta interna sull’accaduto, sottolineando che “atti di aggressione volti a intimidirci non ci scoraggeranno” .
Il dibattito sui rischi di queste missioni continua anche a livello europeo, con la Commissione UE che ha espresso cautela e sconsigliato iniziative rischiose, pur condannando eventuali attacchi.