Avrebbe compiuto 17 anni il prossimo 6 settembre, la studentessa precipitata dal balcone della propria abitazione al quinto piano in via Don Luigi Sturzo, a Latina. Trasportata d’urgenza all’ospedale Santa Maria Goretti, è stata sottoposta a un intervento chirurgico complesso e ricoverata in Rianimazione, dove purtroppo è deceduta durante la notte .
Le indagini — condotte dalle Volanti e dalla Squadra Mobile della Questura di Latina — convergono sull’ipotesi di un gesto volontario, forse innescato dalla seconda bocciatura consecutiva della giovane agli esami di riparazione. Al momento del tragico evento, la ragazza era da sola in casa e non è stato rinvenuto alcun biglietto di addio.
Gli investigatori hanno sequestrato lo smartphone e il tablet della giovane, ora in fase di analisi per cercare di ricostruire le sue ultime ore. Le autorità ascolteranno familiari, compagni e docenti per comprendere meglio il contesto emotivo e sociale che potrebbe aver influenzato questo gesto estremo.
Il mondo scolastico e studentesco è sotto shock. I docenti descrivono la ragazza come “educata” e proveniente da un contesto familiare sereno. La Rete degli Studenti Medi del Lazio ha denunciato il peso di un sistema scolastico percepito come “tossico”, che spesso premia la competizione a scapito del benessere degli studenti: “Di scuola non si può morire… Ministro, ci ascolti, perché noi non siamo numeri.”
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha sottolineato che il trauma potrebbe essere stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di sofferenza. Ha posto l’accento sull’importanza del dialogo nella scuola, un luogo che dovrebbe aprirsi al confronto e all’ascolto, non limitarsi a interrogazioni e valutazioni.









