Negli ultimi giorni è diventato virale un video che ha catturato l’attenzione del web e dei social: un gruppo di giovani riconoscibili come “Maranza” viene “invitato” a lasciare i Quartieri Spagnoli, nel cuore della città, proprio davanti al celebre murale di Diego Armando Maradona.
Il termine “Maranza”, entrato prepotentemente nel linguaggio gergale giovanile, indica ragazzi assocciati a comportamenti provocatori, abbigliamento vistoso e atteggiamenti da strada, spesso connessi a una subcultura trap e urbana.
Il video virale: cosa si vede
Nel video, alcuni giovani – circa cinque o sei – con accento settentrionale e atteggiamento provocatorio, sono seduti su un muretto tra via Emmanuele De Deo e vico Concordia, sfoggiando maglie del Boca Juniors, la squadra argentina di Maradona. Un anziano residente, affacciato dal proprio basso, li esorta ad andarsene. In risposta, uno del gruppo, con un dialetto improbabile e carico di sarcasmo, dice: “ma vatt’ a’ cuccà”.
L’intervento di un residente
La situazione si infuoca quando interviene un altro abitante, Eugenio Luongo, che si avvicina al gruppo e rimprovera i ragazzi: “Voi state qua e dovete portare rispetto”. Il tono è fermo ma non aggressivo: Luongo stesso ha definito la sua reazione come una “imparata di creanza”, ovvero un richiamo civile alle buone maniere.
L’intervento si conclude senza escalation violente: i giovani lasciano volontariamente la piazzetta. Tuttavia, il video ha fatto il giro dei social, scatenando reazioni tra ironia, orgoglio locale e discussioni sul fenomeno culturale dei “Maranza”. Il giorno successivo, lo stesso Luongo ha ringraziato sui social chi lo ha sostenuto: “Si deve avere sempre rispetto nella vita. Quando c’è rispetto c’è tutto. Non c’è rispetto? E allora li faccio fujire dai Quartieri Spagnoli”.
Un fenomeno che torna alla ribaltaIl video si inserisce in un contesto sociale già attivo: il fenomeno dei “Maranza” era già emerso in precedenza, quando, nel febbraio 2025, gruppi di giovani del Nord avevano lanciato una “challenge” su TikTok minacciando di “invadere” il Sud, con toni provocatori come “fare un macello”.
Le autorità, incluse la Digos e la Prefettura di Napoli, avevano intensificato i controlli preventivi . Alla fine, nulla di concreto era successo e l’allarme si è rivelato infondato, forse una “trollata social”.
Questo video rappresenta, più che un atto di violenza, un momento simbolico: quello in cui una comunità difende il proprio spazio storico, richiamando valori di rispetto e dignità, contro comportamenti percepiti come irrispettosi.